di Marco Ponti
con Valentina Lodovini, Marco Preziosi
Italia 2012
genere, commedia
durata, 90'
Ispirandosi ad un modello di commedia tutta americana, riferimento esplicito fin dai tempi di "L'uomo perfetto" (2005) di cui Ponti scrisse la sceneggiatura, "Passione sinistra" mette sullo stesso piano cotè estetico e impianto di scrittura. Un equilibrio precario che il film ci segnala quasi subito quando nel presentare i personaggi della storia trasforma lo schermo in un patchwork di voce over, scketch caligrafici e fermi immagine molto in voga nel cinema indie, componendo un quadro fortemente ammiccante nella vivacità dei colori e perfettamente riconoscibile per la presenza di gadgets e parole chiave. Un plus valore edonistico che "Passione sinistra" rafforza nella preminenza di un glamour attoriale che finisce per ridurre la personalità dei caratteri, con l'esuberanza fisica di Ludovini e Preziosi (ma anche Eva Riccobono non scherza in termini di allusione ad una carnalità finanche esibita) a determinare il tasso d'empatia, e con il motivo principale del film, quello di giocare con i paradossi e le magagne degli opposti schieramenti, ridotti ad un confronto di stereotipi con un "elenco della spesa" - questo si, questo no - in stile Fabio Fazio, nume tutelare del film insieme a Marco Travaglio che fa pure una comparsata, a determinare peculiarità e difetti delle due fazioni . Così eccezion fatta per la triste pre-visione del sindaco pidiessino, giovane ed innovativo ma solo per quanto riguarda le caratteristiche anagrafiche, "Passione Sinistra" è una commedia che non c'entra nulla con le diatribe tra Berlusconi e Bersani, rappresentando sotto mentite spoglie l'ennesima variante di un copione che appartiene al filone che dalle schermaglie tra Spencer Tracy e Katherine Hepburn ha preso il nome di "guerra dei sessi". Così pur giustificando Marco Ponti nella sua voglia di ritornare "visibile" - e Rai Cinema che coproduce da ampie assicurazioni in questo senso - siamo sicuri di preferirlo lontano dalle trappole di un argormento, da tempo conosciuto proprio per l'assenza di differenze che invece i suoi personaggi sembrano scoprire solo ora. Invece di scomodare il libro di Chiara Gamberale a cui "Passione sinistra" è liberamente ispirato sarebbe bastato rispolverare un capolavoro come "La messa è finità" (1985) di Nanni Moretti e ricordarsi del monito lanciato dal protagonista che così recitava: "rossi e neri tutti uguali?. Meditate gente, meditate.
(pubblicato su ondacinema.it)