Pasta al forno semplice

Da Ata
Ata giunge in Parrocchia.Si ferma davanti al portone.Fa un sospiro.Entra.Non è orario di messa e la chiesa è vuota.Si avvicina al crocifisso con un vassoio impacchettato tra le mani."Ho combinato un guaio, Gesù. - ammette. - Non so cosa sia scattato nella mia testa, so solo che ultimamente non riesco più a ragionare... sono come avvolta nell'ovatta".Abbassa il capo in cerca delle parole giuste."Ti supplico, - prega accorata, - aiutami a risolvere questa situazione, perché da sola non ce la faccio!Non voglio che a causa mia la mia famiglia finisca nella mer...""Ata!" Secco il rimprovero dietro di lei.Si volta."Don Ciccio!"Il parroco le si avvicina con sguardo severo."Non devi rivolgerti a Nostro Signore in questo modo!"Ata abbassa la testa mortificata."Non era per mancanza di rispetto, Don Ciccio, mi creda. - cerca di giustificarsi. - Gli stavo solo chiedendo in tutta confidenza...""Non devi chiedere! - la interrompe lui. - Troppo comodo sbagliare e poi aspettarsi che Lui ci venga in soccorso".Ata serra le labbra sofferta, mentre gli occhi diventano lucidi."Ha ragione". Sussurra.Il parroco la guarda intenerito.Fa un sospiro."Va bene, - dice, - di questa cosa ne parleremo dopo. Ora dobbiamo andare da Rudy, no?"Lei annuisce mesta.Il pacco comincia a pesare sulle sue braccia, però."Don Ciccio... ho portato un po' di pasta al forno. Non è molto farcita, l'ho fatta in modo più semplice". Lo rassicura puntandogli uno sguardo contrito addosso.Lui fissa il pacco, poi lei.Fa un lieve sorriso."Grazie. - dice. - Posalo sulla panca e andiamo".Ata ubbidisce in silenzio e lo segue fino al pulmino.Entrano.Don Ciccio gira la chiave e mette in moto.Lei prende un foglietto dalla tasca."Via dei Cipressi 48". Legge l'indirizzo che le ha dato Liz."Pure 48!" Esclama lui sorridendo.
"Eh..."
Ata posa il foglietto e guarda oltre il finestrino mentre il pulmino va.

Giungono davanti a una grande villa.

Ata bussa al citofono.
Si annuncia.
L'enorme cancello nero con le lance dorate si apre per farli entrare.
Don Ciccio scende dal pulmino.
Si guardano tesi, poi lui le prende una mano e l'accompagna dentro.
La governante li fa accomodare in uno studio elegante.
Ata cerca conforto negli occhi di Don Ciccio.
Lui le fa un dolce sorriso d'incoraggiamento.
La porta si apre.
"Signori..." Il saluto di Rudy.
Ata e il parroco si voltano e si alzano di scatto dalla sedia.
"Prego, state comodi. - dice il ragazzo con la sua proverbiale educazione. - Di cosa volete parlarmi?"
Lei si morde tesa le labbra.
Don Ciccio le fa cenno di parlare.
Ata cerca di dominare l'ansia.
"Io... noi... siamo venuti per... per la faccenda dell' auto che io..."
"Ah, sì! - la interrompe Rudy. - Era nuova di zecca. L'avevo comprata per uscire con te".
Ata arrossisce imbarazzata.
"I-io... ecco... - balbetta, - sono venuta per... per... - oddio quanto è difficile! -  scusarmi di aver rotto..."
"Distrutto, vorrai dire". Puntualizza lui. 

Lei chiude gli occhi e deglutisce a fatica.
Don Ciccio tossisce aggiustandosi sulla sedia.
"Su, non ci formalizziamo, adesso. - interviene. - Siete bravi ragazzi tutti e due. Avete litigato, è vero, ma non vorrete mica andare in tribunale per far pace?"
"No. - risponde pronto Rudy. - Basta che Ata mi paghi i danni e per me la faccenda è chiusa".
Ata stringe i pugni sulle ginocchia.
"Io..." Cerca di dire.
"Va bene. - la interrompe Don Ciccio. - Il parabrezza, i due fanalini e il cofano verranno sostituiti subito. Dica dove..."
Rudy scuote la testa.
"La macchina vale centomila euro e li voglio fino all'ultimo centesimo". Dice perentoreo.
Ata viene presa dallo sconforto.
Guarda Don Ciccio.
Un nodo le serra la gola.
"Una volta sostituiti i pezzi tornerà nuova. - lo rassicura il parroco. - Quindi..."
"E i danni morali?" Domanda il ragazzo.
Ata alza di scatto la testa.
"I danni morali? - chiede arrabbiata. - Tu hai il coraggio di chiedere i danni morali dopo che..."
"Ata!" La blocca Don Ciccio. 
Lei si morde la lingua.
Che fatica, però!
Il parroco si schiarisce la gola.
"Capisco che... - cerca di trovare le parole giuste, - lei aveva comprato l'auto per far colpo sulla ragazza che le piace".
Rudy annuisce in silenzio.
"E... - continua Don Ciccio, - capisco che debba essere stato un affronto per lei essere rifiutato e aver visto distruggere il suo gioiello proprio da quella ragazza..."
"Bene, - dice l'altro, - vedo che ci siamo capiti. Converrà con me..."
"Sì, - lo interrompe il parroco, - ma Ata non ha un lavoro e non ha tutti quei soldi. Come può rovinare una persona di cui si professa innamorato?"
Rudy posa il suo sguardo su di lei, piegata sulla sedia, col capo chino e gli occhi chiusi.
"Un modo ci sarebbe per riparare al torto. - propone infine. - Voglio un altro appuntamento!"
Ata rialza la testa di scatto e balza in piedi.
"Che cooosa?"
Lui la fissa serio.
"Diciamo che... tu hai capito male, l'altra sera, e io... non ho visto chi mi ha distrutto la macchina".
Un moto di rabbia le sale nel petto violento.
"Io..."
"Accetta!" Esclama Don Ciccio impedendole di parlare.
Ata lo guarda allibita.
"Ottima idea un appuntamento riparatore. - spiega sorridendo conciliante al ragazzo. - Così avrete modo di chiarire".
Lei serra le labbra combattuta.
"Va bene. - cede riluttante. - Ci sarà un altro appuntamento. A una condizione, però".
"Quale?"
"Devi ritirare la denuncia a Filippo".
Rudy riflette qualche secondo corrucciato.
"Come vuoi". Accetta infine.

"Vorrei proprio sapere perché ha accettato il ricatto di quell'animale!" Sbotta Ata entrando nel pulmino.

"Compromesso, vorrai dire. - la corregge Don Ciccio mettendo in moto. - Avevamo altra scelta, forse?"
"No, ma quello mi farà nera!" Piagnucola spaventata.
"Ma che nera! - esclama lui. - Organizzerò una squadra per controllarvi in incognito, stai tranquilla".
"Ah!"
Ata fa un sospiro di sollievo.
"Ora, però, - dice Don Ciccio, - dovrai iniziare a pregare".
"Sì, Don Ciccio".
"Eh, l'hai combinata proprio grossa stavolta! - considera il parroco. - Hai usato la violenza per far valere i tuoi diritti..."
"Sì, però..."
"Hai dato della sciampista a una povera ragazza indifesa. - continua lui. - Sono anni che predico che bisogna rispettare tutti, qualunque lavoro essi facciano..."
"Veramente..."
"E ti rivolgi in modo troppo... sportivo, diciamo cosìa Nostro Signore".
"Ma..."
"Il rosario! Per un mese!" Ordina Don Ciccio severo.
Un masso cade sulla testa di Ata.
Si volta verso il finestrino.
"Un meesee?" Piagnucola.



Ricetta della pasta al forno semplice




Ingredienti

Dose per 5 - 6 persone


500 gr di penne rigate
1 Kg di pomodori pelati in lattina
300 gr di mozzarella
grana
sale 
olio
basilico
aglio

Procedimento

Passare i pomodori  e versarli in una pentola aggiungendo uno spicchio d'aglio, sale e olio quanto basta.

Far cuocere a fiamma bassa per venti minuti.
Far bollire l'acqua in un'altra pentola, salare e far cuocere la pasta.
Se la cottura della pasta è di dieci minuti, scolarla dopo 7 minuti.
Condirla con un mestolo di salsa.
Versare un altro mestolo di salsa in un ruoto e aggiungere metà quantità di pasta.
Procedere facendo uno strato con la metà della salsa, metà della mozzarella tagliata a pezzi, basilico e grana.
Completare facendo un altro strato.
Infornare a 180 gradi (forno già a temperatura) per 30 - 40 minuti.

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