"La vita è un'isola in un oceano di solitudine: le sue scogliere sono le speranze, i suoi alberi sono i sogni, i suoi fiori sono la vita solitaria, i suoi ruscelli sono la sete" (Khalil Gibran, poeta e filosofo libanese)
Che bello trovare queste frasi..... e che bello aggiungere ad un umile blog di cucina come il mio anche qualche pillola di cultura spicciola, e la prima che ne beneficia sono proprio io, perché ultimamente sto imparando tante cose nuove.
Mi piaceva questa frase sull'isola perché le protagoniste della ricetta sono appunto le nostre due isole più grandi la Sardegna e la Sicilia. Ho attinto dalla terra delle zagare una delle ricette più buone, cioè la pasta alla Norma, e l'ho unita in matrimonio a una pasta sarda, perché un condimento così buono merita una pasta buona. Un matrimonio veramente ben riuscito!!! I siciliani mi perdonino se troveranno delle inesattezze rispetto alla ricetta originale, ma come ho detto nel titolo si tratta di una liberissima interpretazione.
INGREDIENTI:
per 2 persone
- 150 g. di conchiglie della casa del grano
- 1 melanzana
- ricotta dura da grattugiare
- aglio, cipolla e basilico q.b.
- 1 scatola di pomodori (se è stagione e ci sono quelli freschi meglio)
- olio EVO
Si inizia preparando il sugo, un sugo classico, un buon sugo di pomodori. Quindi mettiamo in pentola circa due cucchiai d'olio, l'aglio e la cipolla tritati, e facciamo appassire a fuoco medio. Poi aggiungiamo la scatola di pomodori (o pomodori freschi fatti a dadini, ancora meglio). Non ho fatto le foto perché si tratta di un sugo basico e molto semplice, olio soffritto e pomodori, e facciamo cuocere.
Nel frattempo ho lavato e tagliato a dadini le melanzane. Non le messe a scolare col sale qualche ora come si fa di solito, perché ho appurato che non è necessario. Lo faccio solo se devo mangiarle crude, per esempio sott'olio o sott'aceto, perché l'enzima responsabile dell'amaro è termolabile, quindi con la cottura sparisce. E dato che ero anche in pausa dal lavoro, ho bypassato volentieri per motivi di tempo la scolatura delle melanzane.
Per cui le ho tagliate a tocchetti e le ho infarinate. Piccolo trips and tricks: come fare per infarinare dei pezzetti piccoli senza spargere farina dappertutto e soprattutto senza sprecare troppa farina? Ecco come: in un sacchetto di plastica, anche quelli che si usano per congelare gli alimenti, metto una dose di farina
verso nel sacchetto i tocchetti di melanzana
Tengo chiusa l'apertura con la mano molto bene e scuoto leggermente il sacchetto, ed ecco infarinate le mie melanzane (è un sistema che uso con molti alimenti, anche col pollo o con la carne in genere)
Poi li passo un attimo su un colino per rimuovere la farina in eccesso. E come si vede sono appena infarinati, proprio il giusto, senza troppa farina o troppo poca e in maniera omogenea.
E adesso possiamo anche friggere!
Per evitare che le melanzane diventino delle spugne piene di unto, l'olio deve essere molto caldo e molto anche come quantità: in questo modo faranno la crosticina e non si impregneranno d'unto.
Risultato: un fritto asciutto e molto gradevole! Ovviamente abbiamo messo sul fuoco una pentola con acqua salata e abbiamo cotto la pasta. Io ho scelto queste conchiglie della casa del grano (che non sono il formato dell'originale pasta alla norma ovviamente) perché mi piace la consistenza e il fatto che tenga bene la cottura. Soprattutto perché è rugosa per trattenere alla perfezione il sugo. Col mio blog ho imparato ad apprezzare molti prodotti che non conoscevo ed è una cosa che mi fa molto piacere. Non male per una pausa pranzo dal lavoro no? Cosa manca adesso? Il sugo è pronto, la pasta è pronta da scolare, componiamo il piatto! Ho condito la pasta col sugo e solo adesso ho aggiunto alcune foglie di basilico. Non le ho messe in cottura perché non volevo diminuirne il profumo, mentre messe all'ultimo momento hanno rilasciato tutto il loro profumo. Una parte delle melanzane fritte le ho mescolate alla pasta, una parte le ho messe da un lato del piatto: in questo modo quelle nel sugo si ammorbidivano, e le altre rimanevano belle croccantine. Una spolverata di ricotta, e buon appetito, e un grazie alla Casa del Grano.