Ian Beck;
Ian Beck è l’autore dei romanzi La vera storia di Tom Trueheart, Giovane eroe e Tom Trueheart e la terra delle storie oscure, oltre a numerosi altri libri per bambini. Pastworld è il suo primo romanzo per un pubblico di giovani adulti. Vive con la moglie e i figli nella Londra del XXI secolo.
Titolo: Pastworld
Autore: Ian Beck
Serie: #
Edito da: Asengard Editore
Prezzo: 14,50€
Genere: Young Adult Fantasy, Fantascienza
Pagine: 288 p.
Voto:
Trama: Pastworld è il più grande parco a tema mai realizzato. Ha sede a Londra, o meglio è Londra: restaurata e ripristinata in una fedele, viva e pulsante replica di se stessa all’epoca vittoriana.
Per Eve, nata e cresciuta a Pastworld, calessi e lampade a gas sono invenzioni moderne. Eve non sospetta nemmeno di vivere in una finzione fino a quando è costretta a fuggire dall’unica casa mai conosciuta, e affrontare la verità sulla sua città e su se stessa.
Per Caleb, turista in vacanza a Pastworld, il parco a tema costituisce il perfetto antidoto al soffocante conformismo e alle norme oppressive del 2048. La cruda ferocia del passato è elettrizzante, o almeno lo è fino al momento in cui si ritrova sulla scena di un delitto, con un coltello in mano e improvvisamente in balia di un antiquato sistema giudiziario.
Nel frattempo una sinistra e micidiale figura si aggira tra la densa nebbia di Londra, mietendo una vittima dopo l’altra: Fantom, creatura del passato e del futuro, nei cui oscuri piani confluiranno i destini di Caleb ed Eve.
Recensione:
Pastworld è un romanzo che è stato classificato come “steamkpunk”, in realtà non è assolutamente un libro steampunk ma, bensì, un normalissimo libro di fantascienza, anche se scritto e curato in ogni più piccoli particolare e aspetto.
E’ un romanzo intrigante, scritto bene e dalla grafica allettante dato che è stato fornito di immagini e stili di formattazione diversi per ogni POV (point of view). La trama è il punto forte del libro, la sua assoluta originalità, che non mancherà di stupire e affascianare il lettore andando avanti nella lettura con colpi di scena niente male, è ciò che ci permette di gettarsi immediatamente e con grande speranze del mondo artificiale di Pastworld.
Il contrasto fra la Londra futura e passata è accattivante e stordisce il lettore, così come colpisce la morale e lo sdegno la consapevolezza dello stato di indigenza forzata in cui vivono i “burattini” di Pastworld, attirati in questo parco divertimenti a tema dalla fame e la disperazione, praticamente finendo di fatto dalla padella alla brace e intrappolati in un mondo del passato decisamente più difficile e brutale di quello esterno.
Il mondo di Pastworld è stato riprodotto e ripresentato ai visitatori paganti in ogni crudo e macabro aspetto della vecchia Londra vittoriana, perfino la legge ha fatto un passo indietro decivilizzandosi, così come la medicina.
In questo mondo incontriamo Eve, nata a Pastworld, e apparentemente l’unica a non rendersi conto di essere una semplice marionetta, o meglio, attrice sull’enorme palco scenico che è Pastworld. Ma cosa accadrà se un giorno dovesse scoprire che qualcuno la cerca, incessantemente e la vuole? E che suo padre le ha sempre mentito, anche se per ragioni di sicurezza? E perchè la sua memoria sembra fermarsi a pochi anni prima? Cosa ha dimenticato?
A tutti gli effetti questa “caccia” alla bella e dolce Eve, che coinvolge la polizia di Pastworld e del mondo esterno, entrambe impegnate nel ritrovamento e nella protezione della giovane fanciulla, è veramente intrigante. In alcuni tratti l’attenzione del lettore scema un po’, rimanendo invischiata in rapporti di polizia, infodump, flash banck, cambi di POV e descrizioni ambientali un po’ ripetitive ma, a tutti gli effetti, la trama in sè cattura e ci spinge a conoscere e scoprire come andrà a finire.
Purtroppo, però, tutti i lati negativi del romanzo si schiantano contro un limite particolarmente rilevante del romanzo: i personaggi.
I personaggi risultano interessanti, ai fini del loro ruolo nel quadro generale della caccia e delle cose, ma nel complessivo freddi, vuoti e piatti. Non ci colpiscono e non ci trasmettono nulla se non un fredda curiosità, forse più scentifica che altro. Non ci preoccupiamo per Eve, ci è quasi indifferente, e vista l’assoluta tragicità del suo destino, della sua stessa natura, questo è sconcertante.
Non ci interessa del giovane Caleb, anche se dovremmo trovare tristezza, paura, smarrimento e disperazione per la perdita nel padre e di se stesso nell’inospitale mondo di Pastwold, non essendo che un visitatore.
Non proviamo dispiacere per chi viene ucciso, picchiato, per chi si sacrifica per Eve… Insomma, il massimo di simpatia la suscita il manigoldo che finisce per provare pietà per il povero Caleb che, ragazzo come lui, finirà per aiutarlo e tirarlo fuori dei guai.
A tutti gli effetti, che ci sia una “e vissero felici e contenti” o no, non ci colpisce e non ci emoziona scoprire se e quali sentimenti provi o debba provare la giovane Eve. Tutto ci scivola addosso e questo rende insoddisfatti, come se stessimo leggendo una guida perfetta per un GDR, più che un romanzo.
Un’ottima idea sviluppata meglio ma definita male in uno dei suoi aspetti più importanti: i personaggi. Peccato.
Booktrailer: