Magazine Diario personale

Patacche e pataccari

Creato il 15 marzo 2016 da Ritacoltellese
NOTIZIE: notizia n. 1, n. 2 e n. 3 

n. 1Da: TGCOM24 15 marzo 2016

Ignazio Visco: "Illecito vendere come sicuri i bond subordinati"

Il governatore della Banca d'Italia ha quindi ricordato come i subordinati, sia per codice civile sia per le norme Ue, concorrono alle perdite di una banca

Se "qualcuno ha venduto i bond subordinati come sicurissimi, allora c'è stato un illecito". A dirlo, parlando delle quattro banche fallite (Etruria, Marche, Chieti e Ferrara), è il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Il quale ha ricordato che i subordinati, sia per codice civile sia per le norme Ue, concorrono alle perdite di una banca. La vigilanza, ha quindi sottolineato, "non può evitare i fallimenti delle banche ma le conseguenze".

n. 2 Da: La Repubblica 15 marzo 2016

Telecom, Bolloré incontra Renzi e il numero uno di Orange Dietro le dichiarazioni del premier italiano e del presidente francese, Francois Hollande, due incontri del capo di Vivendi che vorrebbe diventare il primo azionista di un mega gruppo impegnato tra media e tlc
di ANAIS GINORI e GIOVANNI PONS
MILANO - Il vertice di Telecom Italia, in particolare il presidente Giuseppe Recchi, ha cercato di spegnere l’incendio di una possibile aggregazione con Orange dicendo che al momento nessun dossier è sul tavolo del cda. In effetti nessuno ha pensato che un’operazione del genere possa essere già approdata nel board, tuttavia dietro le quinte si registrano alcuni movimenti che fanno pensare si possa andare in quella direzione, una volta che il colosso francese guidato da Stéphane Richard sarà riuscito a completare la fusione con Bouygues. La fiammata è arrivata la settimana scorsa, attizzata dalle dichiarazioni di François Hollande e Matteo Renzi, che a conclusione del vertice italo-francese di Venezia hanno risposto in tono positivo all’idea di una fusione tra Orange e Telecom.

n. 3 Da: Il Fatto quotidiano 3 marzo 2016


Cercasi fibra disperatamente 
Patacche e pataccari
Anna Jannello - Giornalista e scrittrice La vita quotidiana vi annoia e avete bisogno di qualcosa di stimolante per occupare il tempo libero? Sottoscrivere un nuovo contratto telefonico può essere l’opzione vincente. Già cliente Telecom per il fisso e Tim per lo smartphone – cifra totale mensile che sfiora i 100 euro – lo scorso 20 gennaio ho ceduto al fascino di una vantaggiosa, sulla carta, abbinata Tim smart fibra + cellulare. Da quel dì le mie giornate sono state occupate da trepide attese del tecnico installatore, estenuanti telefonate al 187 e al 119, visite al punto Tim nel disperato tentativo di capire in che guaio mi fossi cacciata. Negli spot televisivi la fibra arriva dappertutto e Tim è diventata un’unica azienda che si occupa di telefonia fissa e mobile. Nella realtà la fibra non arriva per niente e Telecom e Tim continuano a essere due società ben distinte e pronte a rimpallarsi reciprocamente le responsabilità. Anche 187 e punti vendita locali paiono lavorare per due società in concorrenza fra loro piuttosto che in sinergia. Tant’è che il primo appuntamento del tecnico installatore della fibra, fissato al punto vendita per il 5 febbraio, al 187 non risultava affatto. Del secondo appuntamento, venerdì 26 febbraio sono venuta a conoscenza casualmente in una delle tante chiamate di sollecito al numero verde di Tim. E il giorno prima un “utente sconosciuto” mi comunica che fra le 14 e le 15 sarebbe passato il tecnico. Che invano ho atteso fiduciosa: non si è presentato né si è degnato di avvisarmi. Ieri la linea Adsl funzionava male, lentissima: pronta risposta del 187 “non possiamo intervenire perché è in lavorazione la fibra”. Per uscire dal limbo – chissà per quante settimane/mesi rischiava di protrarsi – non ho avuto altra scelta: recedere dall’offerta (inviando un fax, perché nell’epoca in cui tutto va online, Tim chiede un fax per queste operazioni). Stamattina, pronta telefonata da “utente sconosciuto”. «Vedo che vuole recedere dall’offerta, qual è il problema?». Spiego dei mancati appuntamenti e come tutta risposta: «Vuole che gliene fissi un altro?». La ragazza ha la voce simpatica, traduco il mio punto di vista: «Se un possibile fidanzato le dà buca due volte di fila senza avvisarla né scusarsi, lei proporrebbe un altro appuntamento?». Dopo oltre 45 giorni di attesa: niente fibra né telefonate illimitate ai cellulari come promesso da Tim smart casa, però dove si poteva peggiorare, questo è stato fatto subito! Il mio abbonamento Tim per il cellulare (700 minuti di chiamate, 700 sms al mese) dal 20 gennaio si è trasformato immediatamente in un prepagato di 500 minuti e zero sms. Riuscirò a riavere il mio vecchio abbonamento? O, possibilmente uno più favorevole? Al buon cuore di Tim l’ardua risposta. Per ora le telefonate al 119 non hanno sortito nulla di positivo.
Patacche e pataccari
Questa notizia n. 3 mi piace molto, non per la simpatica giornalista e scrittrice Jannello di cui, anzi, mi dispiacciono le vicissitudini, ma perché vedo che il disservizio degli italici carrozzoni non risparmia nessuno: nemmeno gente più nota ed importante di una piccola blogger-scrittrice come me. Anche la brava Anna Jannello ha scelto la strada della diffusione di ciò che si vive quotidianamente, come nel mio piccolo faccio anch'io da quando esiste questo blog. Telecom, Tim o quello che vi pare, sempre di sola si tratta. E viene da chiedersi perché il sistema politico consenta questo ai nostri erogatori di servizi? Che siano le Banche a vendere sole o sia ENEL o Telecom/Tim niente cambia: l'utente non conta niente è solo un bancomat e non stesse a rompere i maroni. Loro, notizia n. 2, viaggiano nelle altissime sfere: fusioni, mega gruppi.. Che gliene fotte di noi utenti dei Servizi mal erogati? Ma a noi, invece, le sfere girano e ci siamo rotti di essere trattati così. Non basta vendere servizi per poi non darli, come accaduto alla simpatica giornalista del Fatto Quotidiano, ti telefonano pure a casa per mollarti la patacca, tipo quelle che le "magnifiche 4 banche" mollavano ai fiduciosi clienti: l'ultima capitata a me è di oggi. Dopo aver protestato con il 187 per aver ottenuto un rimborso di euro 12 (7,80 + IVA), corrispondente a giorni 1 di interruzione della linea fissa e della linea ADSL  mancata in realtà dal 4 al 9 febbraio 2016, ci hanno telefonato per offrirci un loro router e la linea fibra. Abbiamo rifiutato e ci siamo ricordati di quante volte, all'ennesima interruzione della linea ADSL, hanno cercato di addebitare il guasto al nostro router, sempre perfettamente funzionante, provando a venderci i loro avanzi invenduti di magazzino e di farci pagare anche un tecnico all'uopo inviato!! Lavoratori che mi hanno fatto pensare ai bancari obbligati a piazzare i bond subordinati... E' dovuto scoppiare lo scandalo perché ammettessero che per paura di perdere il posto di lavoro dovevano convincere gli utenti della banca all'acquisto. La protervia pataccara di Società che dovrebbero essere garanzia per l'utenza è diventata palese e addirittura violenta: l'ultima interruzione di linea ADSL che abbiamo avuto si è tradotta in una mia denuncia querela ai Carabinieri nei confronti dell'addetta che rispose al 187 per i guasti. Mio marito era totalmente afono e telefonai io mentre lui ascoltava da un altro telefono. L'interruzione, in quel caso, riguardava solo la linea ADSL, la linea fissa era funzionante. L'addetta, una donna individuata dal codice dato dalla registrazione più il giorno e l'ora, ha detto ostinatamente ed immediatamente che era rotto il nostro router e che avrebbe mandato un tecnico a pagamento. Con garbo ho provato a spiegarle che in famiglia avevamo degli esperti in telefonia e che non si trattava del router, non mi faceva parlare, mi dava sulla voce, ad un certo punto ha iniziato a dire con voce irridente che potevamo essere anche dei premi Nobel ma il router era rotto, mi sfotteva parlando con qualcuno che evidentemente le era accanto, mi sono indignata alzando la voce nel tentativo di farmi sentire ma quella, sempre parlando con chi le stava accanto, mi ha insultata. Le ho detto che l'avrei denunciata e l'ho fatto. Tutto ha un limite. Siamo partiti senza più richiedere il ripristino della linea ADSL: quando, alcuni giorni dopo, siamo tornati nella casa, la linea ADSL era tornata! Il nostro router era sempre lì: perfettamente funzionante.  


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