Era verde e ventoso
il campo del vichingo Sean Connery
sul quale poggiavi il sorriso alcalino
di dolce e ignara fanciulla.
Cento mezze stagioni son passate
dividendo i nostri sguardi innocenti
come un recinto di seta bizantina
che avvolge gli occhi tonici della verità.
Il tuo sorriso di donna
ora è bianco come la pietra splendente,
e dopo anni di sofferta galera
abbraccia il mio dente gioioso
illuminato come le luci gialle sul ponte segreto.
Il tempo di un caffè ristretto
e il cielo raggiante cambia colore;
un vortice di morbida follia
invade il mio spirito di imprudente amante
trasportando la mia rossa carne
al largo di un mare troppo grande.
Nessun logaritmo o proposizione
può appianare un Taoismo naturale
che si manifesta come forte legame intramolecolare
tra le nostre menti
vicine nella loro distanza.
Come la lepre e la tartaruga nella fiaba greca.
Come quella partita a scacchi
tanto lunga quanto attesa
mai finita
o forse mai cominciata.
Di Daniele Urciuolo.
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