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PATRIA, RIMPATRIATA, KISWA; Lettori

Creato il 04 dicembre 2012 da Chinalski

Pàtria
Dal latino patria(m) (terram) ‘(terra) dei padri’, femminile sostantivato dell’aggettivo patrius ‘paterno’.
Sostantivo femminile.
1. La terra propria di un popolo, alla quale ciascuno dei suoi membri sente di appartenere come individuo e come collettività, per nascita e per i molteplici vincoli di carattere giuridico, affettivo, culturale ecc. che lo legano a essa: i (sacri) confini della patria; abbandonare la patria; tornare in patria; combattere, morire per la patria; amor di patria.
Patria d’elezione: quella in cui una persona ha deciso di stabilirsi.
2. Città, luogo natale (specialmente riferito a personaggi storici e ai tempi anteriori all’unità d’Italia): Certaldo, patria del Boccaccio.
La patria celeste: (figurato) il paradiso.
3. (estensione) Il luogo o punto d’origine di animali o piante, che trovano in esso l’ambiente più adatto per vivere e svilupparsi: l’Australia è la patria dei canguri.
(figurato) Il luogo o punto d’origine di una ideologia, di un sistema politico, di un costume ecc.: l’Inghilterra è la patria della democrazia parlamentare.

Rimpatriàre
Derivato di patria, col prefisso rin-.
Verbo intransitivo [io rimpàtrio ecc. ; aus. essere].
Tornare in patria: rimpatriare dopo un’assenza di molti anni.

Verbo transitivo.
Fare tornare in patria o nel luogo d’origine: rimpatriare i prigionieri di guerra.

Rimpatriàta
Derivato di rimpatriare.
Sostantivo femminile.
(familiare) Il ritrovarsi e lo stare insieme di amici che non si incontravano da lungo tempo o che abitano lontano l’uno dall’altro: fare una rimpatriata.

Pàtrio
Dal latino patriu(m), derivato di pater patris ‘padre’.
Aggettivo.
1. Del padre: patria potestà.
(estensione) Degli avi: le virtù patrie.
(diritto) Patria potestà: complesso di poteri e doveri spettanti un tempo al padre e ora a entrambi i genitori sui propri figli minorenni non emancipati.
2. Della patria: amor patrio; Irato a’ patrii Numi, errava muto / ove Arno è più deserto (Foscolo).

Una (parola) giapponese a Roma

Kiswa ['kiswa]
Voce araba, propriamente ‘copertura’.
Sostantivo femminile invariabile.
(religione) Velo nero che riveste le mura della kaaba alla Mecca che viene sostituito ogni anno e di cui si vendono piccoli ritagli come amuleti.

I lettori ci scrivono

Si parlava di carciofi (di Gerusalemme), e ci scrive Roberto Vittorioso.

— A Roma cuciniamo i carciofi alla Giudìa, nome dovuto al fatto che tradizionalmente si mangiavano (e forse si mangiano anche oggi) dopo il digiuno del Kippur. Una leggenda dice invece che si chiamano così in quanto vengono fritti non adagiati, ma verticali: si credeva che gli Ebrei venissero sepolti in piedi, pronti alla marcia verso la Gerusalemme Celeste. —



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