Un post di Ody sul monumento alla "Mother Italy" a New York mi ha fatto ricordare i due Giuseppe piu' celebrati da questa parte del mondo: Mazzini e Garibaldi.
Da sempre un appasionato anglofilo, Mazzini arrivò a Londra agli inizi del 1837 gaudagnadosi da vivere a fatica scrivendo su alcuni giornali stabilendosi in Clerkenwell, un quartiere di Londra consociuto all'epoca anche come “Little Italy” per la forte presenza di italiani, molti dei quali rifugiati politici come lui. Grazie all'appoggio finanziario di amci inglesi benestanti tra cui Charles Dickens e Lady Byron, Mazzini aprì una piccola scuola gratuita per bambini a Hatton Garden nel 1841 fornendo cosi' ai suoi compatrioti italiani a Londra quell'istruzione che in Patria non avrebbero mai potuto ottenere. Fu anche grazie al suo impegno che venne costuita la chiesa italiana di Saint Peter a Clerkenwell, che è ancora da quelle parti.
casa di Giuseppe Mazzini ad Hatton Gardens. Londra 2014©Nebbiadilondra
Un giorno aggirandomi per caso nella semi-deserta quanto bellissima Guildhall Art Gallery nella City of London, mi sono trovata faccia a faccia con lui, l'Eroe dei Due Mondi. Sapevo che Garibaldi era conosciuto (ci sono anche dei biscotti che si chiamano come lui e sono pure buonissimi...), ma nella mia ignoranza dei suoi legami con la Capitale, non immaginavo lo fosse a tal punto...
Giuseppe Garibaldi. Guildhall Art Gallery. Londra 2014©Nebbiadilondra
Garibaldi arrivò a Londra l’11 aprile 1864 dopo essere sbarcato al porto di Southampton festeggiato da una folla entusiasta. Si era recato in Inghilterra per chiedere fondi per finanziare la Rivoluzione in Italia e li ottenne. Gli inglesi (soprattutto le signore) erano pazzi di lui e i suoi discorsi si trasformavano sempre in veri e propri bagni di folla. Come quello di Crystal Palace dove Garibaldi tenne un animato discorso a cui accorsero le dame dell’aristocrazia londinese che volevano vedere dal vivo l’eroe italiano e lo supplicarono di donare loro una ciocca dei suoi capelli biondi. Cosa che Garibaldi, da vero gentleman, fece spedendo alla sue nobili ammiratrici piccole ciocche dei suoi capelli incartate in eleganti pacchettini. In mancanza del pacchetto elegante, le cameriere dell’albergo dove Garibaldi risiedeva si accontentarono di vendere al miglior offerente i capelli rimasti nel pettine e per terra.