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PATRIZIA ZARA e la mano sinistra – di Francesco Tadini

Creato il 22 giugno 2014 da Francescotadini @francescotadini
Francesco Tadini

Francesco Tadini, testo – opera di Patrizia Zara, La mosca golosa, 60×80, alchidico

Francesco Tadini: La mano sinistra di PATRIZIA ZARA. Milano, Spazio Tadini di via Jommelli 24, 21 giugno 2014. Testo per una prossima mostra di Patrizia Zara in una galleria d’arte tedesca – Accade di tutto nello spazio di un quadro. Piccole drammaturgie capaci di contenere un mondo di personaggi, di luoghi e tempi e idee. La mano destra di Patrizia Zara impegna il pennello in una delicatissima danza iperrealista mentre la mano sinistra regge, nella rappresentazione, ciò che fa parte di quel mondo. E’ come se fossimo noi a farlo, viene da dire: entriamo in scena – nell’atto di posizionarci alla distanza focale giusta – nel momento stesso in cui cominciamo ad osservare la rappresentazione. E la mano che regge il mondo (Vama Marga, la via della mano sinistra, nel tantrismo, è la strada maestra all’illuminazione) potrebbe essere la nostra. >

A portata di mano. A piene mani. Dare una mano. Mettersi nelle mani di qualcuno. A mani nude. Sporcarsi le mani. Mettersi una mano sulla coscienza … sono tra le espressioni – ma si potrebbe continuare – più utilizzate dalla nostra lingua. Parlano di come il nostro corpo parla. Dicono di noi e del nostro rapporto con gli altri. Patrizia Zara, con la sua pittura precisa come la Creazione, riesce a impegnarle tutte. Distende sulla tela un mare di significati: tutti retti da una mano.

La consistenza, quasi tattile, delle immagini di Patrizia mette in moto i nostri sensi. Non si resta a guardare, quando pare di avvertire anche il profumo dei frutti e degli ortaggi. Si rimane immobili – in attesa e ascolto – quando sembra di udire la voce di questi cieli, delle nuvole in lontananza e del vento che le forma e riforma incessantemente.

Sembra veramente a portata di mano ciò che potremmo sentire e nominare, del mondo. Così vicino il senso delle cose. Talmente uniti, noi, all’origine del tutto. Eppure, in questo sodalizio dei sensi, l’artista pare suggerire le ragioni di una separazione. Quasi invariabilmente, in queste recenti opere di Patrizia Zara, il contatto immediato con le cose della natura è interrotto. Tra la mano e ciò che ci permette di vivere (gli alimenti) c’è la carta di giornale. E ci sono delle parole.

Francesco Tadini

Francesco Tadini, testo – opera di Patrizia Zara, Superbanana, 60×80, alchidico

Spicca, nell’opera Superbanana, il nome di un grande filosofo. Il titolo gioca con le parole. Nietzsche e il superuomo – od oltreuomo – (dal tedesco: Übermensch) stanno tra la mano e il superfrutto. Il racconto della realtà – il giornale – regge la realtà stessa. Il soggetto narrante sta sotto l’oggetto e lo innalza con la mano. Lo porta alla vista di chi osserva la scena (il quadro). Lo porta ad esistere in quanto verità. E fu proprio Nietzsche a scrivere “le verità sono illusioni di cui si è dimenticato che sono tali”.

Pittura e interrogazione gnoseologica si fondono costantemente nei quadri di Patrizia. Percezione e conoscenza restano parenti ma abitano in case distinte. L’arte – e solo l’arte – può tradurre in cosa un rapporto estetico. La trasfigurazione ci spinge oltre i confini ristretti dell’esattezza per godere ciò che possiamo, semplicemente, immaginare.

Patrizia Zara racconta: “Da bambina, a tavola, mi divertivo a stropicciare il tovagliolo e la carta di giornale e immaginavo che fossero la casa di un topolino.” Le metamorfosi del giornale di Patrizia – mani di fata – non sono cessate. E le forme della carta stropicciata possono interagire liberamente con le parole in un caleidoscopio dei significati: una vera macchina dei sensi mossa e retta dalla mano umana.

Nella Creazione di Adamo, in sedici giornate d’affresco nella Cappella Sistina, Michelangelo riesce a dipingere l’immagine più sintetica e definitiva mai concepita per rappresentare la somiglianza tra Dio e l’uomo. E’ un gesto. E’ pura energia di un gesto non arrivato, ancora, a compimento: la mano destra del creatore sta per raggiungere – con una tensione muscolare e uno sforzo ben evidenti – la mano sinistra di Adamo. A sfondo, un cielo chiarissimo. Il richiamo è allo stesso gesto – due mani che stanno per entrare in contatto – dell’Annunciazione di Cestello di Botticelli. Gli ideali rinascimentali e la dignità umana salgono al cielo, quando anche gli dei si sporcano le mani…

Patrizia Zara, con un gusto e un’eleganza che la tengono distante da molte maniere pittoriche odierne, si limita forse a sottolineare il potere creatore dell’uomo, delle sue molte storie, dei suoi infiniti trucchi per rimanere ancorato al breve tempo della vita. Ci parla del presente. Della piccola porzione di eternità che è concessa al pittore. Più che mai lo fa con l’opera dal titolo Lo vedi? Niente è impossibile *, nella quale una mela – adamitica? – appoggia sul primo piano della notizia “Il momento è adesso” mentre una luna piena e splendente irrora di luce la scena …

E’ solo pittura di prima mano.

Francesco Tadini

*Titolo completo dell’opera è “Lo vedi? Niente è impossibile. Arriva sempre il momento giusto per tutto: basta aspettare. Anche la Luna, quando è bella piena, matura, può cascarti tra le braccia…” cit. La voce della Luna di F. Fellini


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