rosa gialla.
Caro compagno Willi, ti prego di voler scusare la cattiva scrittura, ma non è possibile diversamente. Sono ammanettato [Nelle carceri di Brandeburgo il condannato a morte veniva messo in cella separata, ammanettato e con i ceppi ai piedi, e così tenuto fino al momento in cui veniva condotto al patibolo], sono uno che si trova cinque minuti prima della mezzanotte. Ti vorrei pregare di ricordare una conversazione che noi due abbiamo avuto una volta. Mi dicesti allora che se le cose mi fossero andate male, avrei potuto avvalermi del tuo aiuto. Ecco, oggi il momento è giunto. Oggi, giorno in cui i <<rappresentanti del popolo>> mi hanno condannato a morte, i miei pensieri non solo sono con tutti voi che forse un giorno vedrete il compimento di quanto abbiamo sognato, ma mi turbinano nel capo altre preoccupazioni. Insomma, mi preoccupo del mio Klaus. Ti prego, se ti è possibile, da’ un poco di aiuto nell’educazione del mio ragazzo. Se dovessero rivelarsi in lui doti particolarmente buone, ti prego di aiutare a promuoverle. E’ il mio ultimo desiderio. Se avrò la certezza che egli potrà più tardi collaborare alla realizzazione di quanto ho considerato il compito della mia vita, andrò al patibolo con la coscienza di aver fatto, per la mia parte, quanto era giusto e bene. Nella speranza che i miei compagni e io siamo le ultime vittime di questo sistema, saluto te e gli amici tutti, e vorrei gridarvi: <<Non siete là per piangere sulle nostre tombe, ma dalle nostre tombe dovete portare con voi la fede nella grandezza e giustizia della nostra causa e la forza per giungere a un migliore e più bell’avvenire>>. A te per ultimo un saluto e un ringraziamento. Paul. [Paul Gesche, anni 37, falegname, resistente comunista tedesco, giustiziato nell'agosto 1944 a Berlino].
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CALPESTASTI
Calpestasti
le foglie cadute
gialle, secche, morte.
Non sapevi
che calpestavi
le prove di una vita
trascorsa nell’assaporare
un cielo sereno o burrascoso
una pioggia calda o fredda.
Calpestavi una vita
che tremolava
al vento freddo o caldo
possente o dolce
attaccata ad un ramo
del vecchio albero
ormai spoglio.
-Renzo Mazzetti-
libera Repubblica italiana.
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