Più raramente anche carriere ed occasioni lavorative
Perché tutti almeno una volta nella vita abbiamo desiderato diventare attori, ma pochi tra noi riecsono a dar seguito a questo sogno giovanile.
Sogni che nascono il più delle volte dalla visione di film patinati, da blockbuster.
Ma cosa succede quando il sogno nasce dalla visione di un film horror?
Perché che ci crediate o meno alle volte accade anche questo
Siamo nella Madrid a cavallo tra gli anni 40 e i 50s, la Guerra Civile è un ricordo ancora troppo vicino e la gente si distrae come può. Nel chiuso di una sala cinematografica un bambino di nome Jacinto si ritrova a guardare uno di quei vecchi film della Universal, il film s'intitola Frankenstein Meets the Wolf Man e nello stesso preciso momento quel bambino nato nel 1934 decide che da grande il suo lavoro sarà quello di interpretare film gotici.
Jacinto Molina \Paul Naschy
Sorge però un problema: la famiglia Molina è da sempre una famiglia di commercianti, i parenti desiderano che Jacinto diventi un pellicciaio come il padre.Il ragazzo però resiste.
Nel corso degli anni Jacinto Molina Alvarez si dà all'attività fisica: pratica molta ginnastica ,diventa perfino membro della squadra spagnola di sollevamento pesi e in questa veste partecipa anche ai Campionati Mondiali ed Europei.
Il sogno però rimane uno solo.
L'anno giusto sembra essere il 1960: il regista americano Nicholas Ray decide, per motivi fiscali, di girare in Spagna uno dei suoi film più famosi: Il Re dei Re.
Jacinto Molina ottiene una piccola parte.
Anche se passeranno ancora degli anni la strada sembra tracciata.
Per un lungo periodo Jacinto alterna studi a recitazione, sempre come comparsa, spesso in produzioni americane in trasferta.
Arrivano puntuali anche le prime delusioni, sul set di un serial il giovane attore ha l'occasione di incontrare uno dei suoi miti: Boris Karloff
Sappiamo tutti che non si dovrebbero mai incontrare dal vero i propri miti, vero ?
Il vecchio Karloff è malato, di malumore, attraversa uno dei suoi periodici momenti di depressione.
Il risultato è che il vecchio leone non si dimostra molto amichevole col suo giovane ed entusiasta fan e l'incontro si rivela una enorme delusione per Molina.
Almeno questo è quello che racconta la leggenda.
Jacinto non si arrende, paradossalmente sarà proprio il fatto che la Spagna degli anni 60 subisca una dittatura ad aiutare la sua carriera; il regime franchista permea ogni aspetto della società iberica, la censura avvolge i mezzi di comunicazione e di espressione.
Quasi tutti.
Già, perché nella Spagna degli anni 60s avviene un qualcosa che in altri tempi e in altre latitudini è già avvenuto più volte: gli artisti, i registi e i produttori per sfuggire alle maglie censorie si rifugiano nella produzione di film orrorifici. La via la apre già nel 1960 Jess Franco, forse il regista più anarchico della storia, col suo Gritos En La Noche ( in Italia conosciuto come Il Diabolico Dottor Satana ) .
La Spagna diventa una delle capitali europee del Cinema Horror degli anni 60s e 70s, assieme alla Gran Bretagna delle case produttrici Hammer e Amicus e al' Italia dei registi Bava, Freda e Fulci.
Questi saranno anche gli anni d'oro di Jacinto Molina che diventa un simbolo di quel periodo: nel 1968 l'uomo scrive una sceneggiatura avente per protagonista un malinconico lupo mannaro chiamato Waldemar Daninsky ( nome a quanto pare ispirato a quello di un atleta amico di Molina nel suo periodo di atleta ). Dopo numerose traversie la sceneggiatura riesce ad attirare l'interesse di un gruppo di finanziatori tedeschi.
L'unica condizione posta è che il film sembri una produzione hollywoodiana .
Per venire incontro alla richiesta Jacinto Molina adotta il nickname che lo accompagnerà per il resto della sua vita: nasce quindi Paul Naschy (nome ancora una volta ispirato ad un campione sportivo reminiscenza del passato dell'attore )
Il film che ne viene fuori La Marca Del Hombre Lobo si trasforma in un successo internazionale (nel nostro paese verrà distribuito col titolo Le Notti di Satana )
Solo del licantropo Waldemar Daninsky vengono girate almeno undici pellicole, più una dodicesima che nessuno vedrà mai a causa dell'improvvisa scomparsa di un produttore.
Piano piano Naschy \Molina diventa il volto dell'horror iberico.
Certo le pellicole girate da Naschy, nel frattempo diventato anche regista e produttore (oltre che attore e sceneggiatore ), spesso sono ascrivibili alla serie B, se non anche alla Zeta e l'attore smessi gli allenamenti si imbolsisce sempre di più.
Inutile riferire il giudizio della critica alta, quella paludata....
Ma rimangono comunque pellicole animate da una sincera passione, un genuino amore per il genere e una discreta abilità.
E, cosa più importante, i film di Naschy incontrano i favori del pubblico grazie anche alla loro confezione ruspante, ai toni gotici e a robuste dosi di violenza ed erotismo (siamo negli anni della Exploitation, dopo tutto)
L'uomo poi è simpatico e gioviale di suo, memore dell' infelice e deludente incontro con Karloff avvenuto qualche anno prima l'attore cerca sempre di dimostrarsi disponibile con i suoi ammiratori e , nonostante la stampa scandalistica provi a descriverlo come un eterno farfallone sui Set dove lavora, Naschy rimane legato a Elvira, la sua moglie italiana la stessa che gli resterà vicina anni dopo quando sopraggiungeranno gli anni della decadenza.
Nel corso di un decennio Naschy dà corpo a praticamente tutte le icone e gli archetipi del perturbante: oltre ai già ricordati licantropi, l'artista madrileno impersonerà Vampiri, Mummie, sadici Inquisitori medioevali, Stregoni, Serial Killers; Zombi risorti, un gobbo, il Mostro di Frankenstein e tanti altri.
A causa della sua abilità nel travestirsi molti cominciano a definire Paul Naschy come "il Lon Chaney spagnolo".
Ma la crisi alla fine arriva...
Waldemar Daninsky: l'uomo lupo "quasi" buono
Il momento d'oro non è fatto per durare e termina proprio quando tramonta la dittatura.
Nel 1975 con la morte di Francisco Franco in Spagna torna la tanto sospirata libertà. Naschy non è certo un fan del franchismo, come non lo è quasi nessuno nell'ambito del Cinema bis madrileno, quindi ragionevolmente spera di poter avere un minimo in più di libertà di espressione.
E con lui, lo sperano quasi tutti i filmakers iberici.
Eppure i governanti democratici per certi aspetti si dimostrano perfino più bacchettoni dei precedenti: non solo l'industria cinematografica horror viene quasi completamente smantellata ma per colpa di tutta una serie di infelici provvedimenti legislativi come la famigerata Legge Mirò, diventa quasi impossibile girare un film che non sia di stretto interesse culturale.
Insomma, solo film su Santi e Preti per la Spagna democratica.
Paul Naschy negli anni 2000.
Inizialmente l'artista tenta di rimanere a galla organizzando delle coproduzioni con il Giappone, ma nemmeno questo dura a lungo: la Casa di Produzione messa in piedi da Naschy fallisce nel 1984 riducendolo sul lastrico, nello stesso anno una serie di lutti familiari precipita l'attore nel vortice della depressione.Due attacchi di cuore fanno il resto.
Per molti è come se Naschy fosse morto assieme al suo Cinema
Sembrerebbe finita, ma qualcosa avviene.
A partire dal 1996 complice anche un rinnovato interesse per il genere la carriera di Paul Naschy riprende quota.
Certo il grande successo dei primi anni rimane lontano, così come rimane lontana ogni forma di agiatezza economica.
Però capita che antichi fan divenuti registi lo chiamino spesso per interpretare ruoli anche piccoli, anche per pellicole low budget che più low non si può ma che a lui bastano perché l'importante è che la gente non si sia dimenticata di lui, succede anche che i Festival internazionali tornino ad invitarlo e a premiarlo, che in Germania esca una sua biografia, capita anche che dopo decenni di silenzio i critici del suo paese comincino a rivalutarlo.
Lo stesso Re Juan Carlos nel 2001 gli concede una medaglia d'oro a coronamento della sua carriera.
Quasi come se una nazione intera intendesse scusarsi con lui per come è stato trattato.
Naschy riprende a fare progetti, vorrebbe perfino rilanciare alcuni dei suoi vecchi personaggi .
Purtroppo non sarà così.
A 75 anni Jacinto Molina \ Paul Naschy l'uomo che aveva interpretato ogni forma di creatura soprannaturale muore stroncato dalla più umana delle malattie: il cancro.
Sopratutto muore povero, pieno di rimpianti per le cose non realizzate, per lo stato dell'industria cinematografica iberica da lui tanto amata.
C'è una qualche sorta di consolazione?
Si, forse si.
La moglie Elvira e i due figli gli rimangono vicini fino alla fine, ed è più di quanto molti altri uomini possano dire.
Inoltre Jacinto Molina ha avuto un sogno: ha desiderato fare
il lavoro che amava, ha cercato di fare i film che voleva, ha provato a diventare un icona di quel settore che lui amava...un po come il Boris Karloff da lui tanto idolatrato.
Ed in parte si può dire che ci sia riuscito.
Già perché nonostante le cadute, nonostante il livello non sempre eccelso dei suoi film, nonostante la povertà degli ultimi anni a suo modo Jacinto Molina ha realizzato i suoi sogni.
Per molti appassionati in Europa e nel mondo l'attore è diventato un icona, forse un icona di serie B ma tanto sappiamo che nell'horror spesso la serie B conta più dei film cosiddetti di qualità.
Si, in parte Jacinto Molina i suoi sogni li ha realizzati.
E anche questo è più di quanto la maggior parte di noi possa dire.