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Paulette di Jérôme Enrico

Creato il 11 gennaio 2014 da Spaceoddity
Paulette è vedova da dieci anni e amava da matti suo marito. In compenso odia gli stranieri e soprattutto i neri e, forse per qualche peccato commesso in una vita precedente, sua figlia le ha dato un nipote da un uomo di colore. E poi Paulette era abituata a un certo agio e le sta stretta questa pensione sociale di 600 euro al mese, che non bastano certo a garantirle niente nella Francia del 2011. Oltre che razzista e avida, Paulette è pure superficiale, insomma non è poi un granché come protagonista, ma non le manca l'ingegno. Capisce che dalla droga può trarre un gran guadagno e ci sa fare. Entra così in un giro che non ci si aspetterebbe per una nonnina delle nostre periferie metropolitane.
Paulette di Jérôme EnricoPaulette (2012) di Jérôme Enrico è una commedia che gioca un po' sporco con i più diversi registri della comicità più insidiosa, quella che poggia su un quadro di strisciante e straziante tristezza e solitudine esistenziali. Un contesto familiare sconnesso, un quadro dei sobborghi urbani tale da mettere il malumore nella persona più estroversa e - tra le altre cose - un ritratto della malavita semplicistico e piacione, senza considerare l'immagine più che parodica delle forze dell'ordine e del classico quartetto d'amiche ormai sulla via del tramonto, ma ancora congli umori molto Sex and the City: questi gli ingredienti che stanno alla base di un commedia riuscitissima nell'insieme e, direi addirittura, suo malgrado.
Paulette, pur nel suo abuso di luoghi comuni (talvolta anche molesti) e nella sua linearità un po' naïve, non scade mai di tono e anzi offre dei bei momenti di spasso sincero, con inquadrature più che meritevoli di plauso. Certo, la sceneggiatura soffre di una forza centrifuga per la quale si viene a temere che la situazione competa oer la ribalta con il personaggio eponimo. A salvare capra e cavoli, disinnescando le lusinghe di un film biografico (al quale fanno pensare le primissime sequenze) o l'agio di una commedia a maschere fisse, interviene un cast eccellente: tra tutti, si segnalano l'ottima protagonista di Bernadette Lafont, capace di modulare il suo personaggio sui più diversi registri con risultati sempre ammirevoli, e il trio di amiche,, tra le quali spiccano la dolcissima Renée di Françoise Bertin e l'incantevole Maria di Carmen Maura, che sembra addirittura guadagnarci da questo ruolo un po' defilato (del resto, mi sembra che la popolarissima attrice spagnola dia il meglio di sé e sia insostituibile proprio quando lavora "in gruppo" più che nei rôle-titre).
Avrei gradito forse un po' di profondità in più, pur nel rispetto del genere comico (del resto già adulterato dalla dimensione emotiva del piccolo, adorabile Léo del dolcissimo Ismaël Dramé), ma non ho dubbi sul fatto che Paulette di Jérôme Enrico sia un film pieno di buon umore e gradevole.

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