Era sveglio, aveva l'impressione di aver dormito mentre qualcuno gli trapanava la testa, ma era proprio sveglio e non ricordava assolutamente nulla. Aspetto pazientemente che anche il cervello cominciasse a svegliarsi e a ragionare, e immagini in successione cominciarono a scombussolarlo. Aveva avuto un incidente, di questo era certo, e poi? Davvero non c'era nient'altro? Davvero la sua mente non voleva dargli altre informazioni? Si, e qualcosa c'era. Si ricordava un boato. Un boato così forte da assordare un'uomo. E ancora, aveva visto dal parabrezza l'asfalto avvicinarsi alla velocità della luce al suo viso. Ma era solo, al momento dell'incidente? No, c'era Jean. L'aveva sentita urlare. Poi tutto estremamente nero, vuoto. Un nero freddo.
Prima che perdesse conoscenza, i paramedici l'avevano caricato su un'ambulanza. Poi basta, assolutamente nulla. E lei? Lei dov'era? Era lì, accanto a lui? Non la sentiva parlare, aveva sperato di sentire la sua voce, avrebbe dovuto significare che era cosciente.
Ebbe la forza di aprire gli occhi, prima erano accecati dalla paura, ma adesso da una luce bianca, che doveva ovviamente essere della stanza in cui si trovava. In principio non riuscì a distinguere le figure che lo circondavano, poi mise a fuoco, c'era qualcuno che -supponeva- gli stava sostituendo delle bende sporche, ovviamente di sangue. Non riusciva a parlare, voleva chiedergli notizie di Jean, voleva sapere dove l'avevano portata, ma poi notò una figura in fondo alla stanza di ospedale, impossibile dire se era lei, non riusciva nemmeno a capire se era distesa anche quella sul letto o era seduta su una sedia...