Da sempre amanti delle storie oscure, i fratelli Manetti firmano finalmente il loro horror-esordio, Paura 3D. I titoli di testa, che catturano lo spettatore in un vortice tra incubo e fiaba, fanno da intro alla prima scena, chiaro rimando a Suspiriadi Dario Argento. I registi romani non nascondono infatti il loro rifarsi ai grandi maestri del genere, Hitchcock, De Palma, Argento e Carpenter,quattro registi che, seppur in maniera diversa, hanno saputo misurarsi con il cinema della “paura”. Dopo l’acclamato sci-fi L’arrivo di Wang del 2011, presentato a Venezia nella sezione competitiva Controcampo, è la volta di un horror vero e proprio. Una storia semplicissima. Tre giovani (Claudio Di Biagio, Lorenzo Pedrotti, Domenico Diele ) “stupidotti” e ingenui, un tizio distinto dall’aria misteriosa e una cantina nel seminterrato di una villa. Dietro le “peripezie” comiche e scontate dei tre giovani amici però, si nascondono una serie di sfumature psicologiche ben distinte e tipiche del genere. La pellicola porta in superficie i diversi strati di fragilità dell’essere umano, in particolar modo delle sue più intime angosce mentali. La storia ha preso spunto dalla reale vicenda vissuta e raccontata, sotto forma di diario personale ( 3096 giorni ), dalla ragazza austriaca Natascha Kampusch, rapita nel 1998 e tenuta segregata per otto anni. I fatti della giovane hanno colpito i registi e gli attori coinvolti nel progetto del film. Peppe Servillo, nei panni del Marchese Lanzi, ha ammesso quanto sia stato colpito dalla storia di Natascha e quale difficoltà abbia riscontrato poi nel mettere in relazione il suo personaggio con Sabrina (Francesca Cuttica), la ragazza del film, una vera e propria sfida personale e professionale.
Al di là delle personali osservazioni e dunque per nulla obiettive, e io ammetto di non amare il genere, c’è da riconoscere in Paura 3D la presenza forte di un incredibile convivere e alternarsi di elementi tragici e comici. I Manetti Bros si buttano nell’horror con tutte e due (anzi quattro) le scarpe, cimentandosi per la prima volta in quel genere di film che ti prende e tira fuori pensieri distorti e malati, mai sfiorati prima. Una nota poi che merita d’esser citata è la componente musicale del film affidata al musicista Pivio, il quale realizza una colonna sonora che va dal Rap, passando per l’Hip Hop fino ad arrivare al Black metal giapponese. I suoni striduli e cupi di Pivio e le sfide registiche dei Manetti Bros ci portano a sperare che l’horror fatto in Italia torni di nuovo a brillare nell’universo cinematografico mondiale, chissà, magari siamo sulla buona strada. Nel frattempo, ben vengano gli uncini e le cantine con le tipiche canzoncine per l’infanzia che tanto ricordano il buon “vecchio” Argento…
Il film uscirà nelle sale il 15 giugno 2012
Distribuito da http://www.medusa.it/