Nell’ultimo articolo abbiamo iniziato una riflessione sulla paura, emozione onnipresente, inevitabile e, quindi, normale delle nostre vite. Abbiamo visto quali sono le paure più profonde, comuni e dolorose e in quanti e quali modi influenzano la nostra vita quando sono negate e non riconosciute (vi invito a leggere La Mente Mafia e i primi passi verso la libertà).
Semplificando, l’approccio alla paura può essere scandito in due fasi.
PRIMA FASE
In una prima fase ci rendiamo conto di avere delle paure e scegliamo di iniziare un percorso di risanamento delle nostre ferite. In questo processo, delicato e impegnativo, l’amore e l’accettazione per noi stessi sono fondamentali, così come la compassione per le nostre fragilità e paure e per le difese che inevitabilmente abbiamo eretto a protezione. È necessario del tempo (e spesso un aiuto da persone qualificate) per prendere consapevolezza di quali paure risiedano nel nostro nucleo più profondo e guidino da tempo il nostro agire. Solo grazie alla consapevolezza, alla comprensione e alla compassione possiamo trovare quella fiducia e quello spazio necessari a contenere la vulnerabilità, l’insicurezza e l’imprevedibilità, insiti nell’essere uomini e nello stare al mondo.