E sarà, forse, un incentivo in più a volare per chi ha il terrore del cielo, ma, ci viene da pensare, bisognerebbe anche poter programmare un sistema utile a condividere con i passeggeri i dati anagrafici del pilota responsabile del viaggio. Un recente studio condotto dalla Stanford University School of Medicine conferma, infatti, che un pilota con una maggior anzianità di servizio è in grado di prendere decisioni in maniera più efficiente di un pilota più giovane, e quindi, potenzialmente anche più inesperto.
Saper prendere la decisione giusta nel momento migliore può significare, d’altronde, salvare la vita a centinaia di passeggeri ed è, molto spesso, proprio un riflesso o una scelta del pilota in un dato momento a poter decidere il destino di un aereo. Lo studio americano pubblicato sulla rivista Plos One ha cercato di analizzare, mediante risonanza magnetica, cosa accade nel cervello di un pilota durante un volo. Per l’esperimento sono stati scelti due gruppi di piloti, con esperienze di volo differenti, andando a simulare, volta per volta, le operazioni di atterraggio di un aereo in avverse condizioni atmosferiche. Dalla ricerca è emerso che, mentre i piloti esperti hanno preso nell’80% dei casi le decisioni più giuste da poter prendere, il gruppo dei meno esperti nel 35% delle simulazioni al computer hanno preferito delle manovre o fatto delle scelte non ottimali. Un altro dato interessante rilevabile dallo studio è che l’attività cerebrale impegnata da parte del gruppo più esperto si è dimostrata ridotta rispetto al gruppo dei meno esperti nonostante i risultati ottenuti (circa la metà dell’attività cerebrale rilevata): questa condizione dà la conferma che un pilota con una maggiore esperienza riesce a definire i comportamenti più opportuni da osservare in maniera più naturale ed immediata di un pilota più giovane.
- Ricerca di: Stanford University School of Medicine
- Pubblicata su: Plos One
- Conclusione: Il cervello di un pilota con maggiore esperienza lavora in maniera meno intensa ma più efficace