Non sempre funziona
• La pratica dell'inserimento non risulta peraltro in grado di evitare del tutto le reazioni negative: pianti, urla, rifiuto nei confronti delle maestre rappresentano,infatti, le manifestazioni più comuni dei bambini alle prese con i primi giorni di asilo.• È fondamentale che mamma e papà non si lascino coinvolgere troppo da questo genere di comportamenti e assumano un atteggiamento rassicurante ma fermo: assecondare e cedere alle richieste del piccolo (dallo stare a casa, al volere trattenere in tutti i modi il genitore al momento dei saluti) potrebbe indurlo a rafforzare le sue ansie di abbandono e di separazione.• Anche se il bambino è in lacrime, è consigliabile affidarlo con serenità alle cure della maestra che in questo modo viene "investita" del ruolo di figura di riferimento per lui mentre mamma e papà non ci sono. Questo atteggiamento sereno e fiducioso è in grado di trasmettere sicurezza al piccolo che, il più delle volte, dopo che i genitori si sono allontanati si calmerà velocemente.A volte le difficoltà emergono dopo• L'assenza di reazioni negative nei primi giorni di asilo non deve essere sempre interpretata in modo positivo.Spesso nasconde l'incapacità da parte del piccolo di esprimere le proprie emozioni, il che potrebbe determinare:• un effetto "a scoppio ritardato" e quindi la manifestazione di atteggiamenti di rifiuto a distanza di qualche mese:• l'emergere di una serie di comportamenti regressivi (come. per esempio, riprendere a fare la pipì a letto) o di reazioni psicosomatiche (attacchi di vomito, eruzioni cutanee,febbre, mal di pancia) che vanno lette come manifestazione indiretta del disagio del bambino.• In molti casi alla base di queste difficoltà c'è un problema di ansia di separazione dalla figura materna. Più frequentemente ciò tende a verificarsi in presenza di una madre:• molto possessiva e incapace di vivere serenamente il distacco dal bambinoche ha sempre tenuto sotto stretto controllo,impedendogli di sviluppare rapporti significativi con altre figure di riferimento;od al contrario• scarsamente affettiva e poco presente nei primi anni di vita del piccoloche non ha avuto, perciò, modo di acquisire la sicurezza necessaria a conquistare una progressiva indipendenza e che identifica ogni occasione di separazione dalla mamma come una minaccia di perdita.• Se il rifiuto dell'asilo persiste, è opportuno consultare uno specialista. Simonetta FrongiaMagazine Bambini
L'inserimento• I primi giorni di asilo vengono proposti al bambino attraverso una formula che consente di prendere confidenza in modo graduale con il nuovo ambiente: si tratta della cosiddetta prassi dell'vinserimento". Essa prevede in genere che, durante le due settimane iniziali di scuola, il genitore o l'adulto che si prende normalmente cura del bambino trascorra del tempo con lui in classe.• Il primo giorno si sta col piccolo per una o due ore magari uscendo dalla classe di tanto in tanto, per vedere come reagisce il piccolo;••.. nei giorni successivi l'intervallo di tempo trascorso fuori dalla classe si dilata gradualmente. L'importante è rendersi reperibili se il piccolo inizia a lamentarsi;• al termine della prima settimana il bimbo trascorre l'intera mattinata all'asilo fermandosi anche per il pranzo mentre i genitori sono nelle vicinanze;• a partire dalla seconda settimana, considerando il tipo di reazione del bambino, la disponibilità del genitore può essere richiesta per qualche altro giorno o non venire più ritenuta necessaria: in quest'ultimo caso l'inserimento è compiuto.