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Paura dell'ignoto

Creato il 30 agosto 2010 da Bruno Corino @CorinoBruno

Paura dell'ignotoVasilij Kandinskij, Diversi cerchi 1926

In Gente che corre, Kafka scrive: “Se camminando di notte per strada e un uomo ci corre incontro, visibile da lontano, perché la strada è in salita e c’è la luna piena, non faremo nulla per trattenerlo, anche se è debole e lacero, anche se qualcuno lo insegue gridando, ma lo faremo continuare nella sua corsa” (Franz Kafka, Racconti). Anche Elias Canetti ha scritto pagine stupende sulla paura dell'ignoto: «Nulla l’uomo teme di più che essere toccato dall’ignoto […] Tutte le distanze che gli uomini hanno creato intorno a sé sono dettate dal timore di essere toccati» (Canetti, Massa e potere, p. 17). L'ignoto: una minaccia all’improvviso spunta dal nulla. Una minaccia che mette in pericolo la nostra esistenza, la nostra vita, la nostra tranquillità. Nel nostro cammino su questa terra noi desideriamo il noto, il conosciuto. Quando l’ignoto si presenta davanti, tentiamo sempre di ancorarlo al noto, di riportarlo entro le nostre categorie familiari. La presenza dell’essere umano sulla terra è caratterizzata da questa continua sfida contro l’ignoto. La morte è l’Ignoto. A questo Ignoto diamo dei nomi: Abisso, Vortice, Caos, Disordine, Nulla. L’ignoto è il Divenire. Avvertiamo continuamente la sua presenza in ogni circostanza: che cosa incombe sull’uomo che cammina di notte per strada? L’ignoto, l’imprevedibile; e l’ignoto rappresenta la minaccia alla nostra esistenza. All’improvviso nella nostra esistenza, quando affiora l’ignoto, avvertiamo tutta la precarietà della vita, come se solo in quell’istante ci ricordassimo che il terreno sotto i piedi non è così solido come credevamo, ma è molle e paludoso, pronto ad inghiottirci nel nulla, nel buio.


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