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Tutto scorreva tranquillo, a Lido di Camaiore, in un afoso week end di metà luglio: i bambini giocavano a pallone sulla riva del mare, le mamme chiacchieravano, i giovani facevano il bagno e le ragazze prendevano il sole.La ridente cittadina costiera si godeva i turisti del fine settimana e sonnecchiava tranquilla, ignara dell’enorme tragedia che si stava per compiere.Nel bel mezzo del pomeriggio, tra gelati e aquiloni alti nel cielo, Beppe il bagnino si alza di scatto dalla sua postazione e, molto agitato, inizia a scrutare con estrema attenzione l’orizzonte.Gli altri bagnini si guardano perplessi: che ci sia qualcuno che si sente male? I più giovani si portano vicini ai mezzi di salvataggio pronti a scattare agli ordini di Beppe. Ma Beppe tace: cosa avrà visto? L’agitazione inizia a essere generale: qualcuno inizia a mordicchiarsi un labbro, qualcun altro si torce le mani. Poi, Beppe impallidisce. Beppe, cento chili di muscoli e anni e anni di onorato servizio, impallidisce. Non era mai successo!Inizia a correre lungo la riva fischiando a più non posso alle persone in mare: “via! Via! Uscite subito dall’acqua! È pericoloso!”.A questo punto il panico è tangibile e gli altri bagnini sono sempre più inquieti perché non riescono a capire cosa stia succedendo e non sanno cosa rispondere alla folla di curiosi che li accerchia.“Gli squali! Gli squali! Ci sono gli squali!” urla Beppe a squarciagola.Gli squali? A Lido di Camaiore? Mai successo! E adesso come si fa? Sembrano chiedersi gli altri bagnini.“E sono sempre più vicini! Scappate! Scappate!”In effetti le pinne son sempre più visibili: ormai si distinguono senza fatica. Eppure… eppure… eppure ci sono delle persone lì intorno! Sono pazzi! Devono essere salvati! Ma… cosa… li stanno toccando? No, fermateli! Ci stanno montando sopra? Cosa…“Beppe: te gli squali ce li hai nel cervello! Son tavole da surf rovesciate!”Beppe: cento chili di muscoli e anni e anni di onorato servizio.