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Paura. Cari tavolini, oggi parliamo di paura. Diciamo che parliamo di sicurezza provando ad entrare nel concetto di paura. Come capita spesso, lo faremo semplificando ma cercando di non banalizzare.Partiamo chiarendoci le idee sul significato di paura. La paura è un'emozione. E' un'emozione ancestrale, o primaria, come preferite. E' una delle prime emozioni che sperimentiamo, fa parte del nostro stesso essere. Non la si acquisisce, non la si sperimenta con l'esperienza: la paura ci sembra esistere da sempre. La paura, tanto per chiarirci subito, è un'emozione positiva. Provare paura è un'arma, è quello che ci permette di identificare i pericoli. Da manuale diremmo che la paura ha come obiettivo la preservazione della specie. Come lo fa? Mettendoci in guardia, quando proviamo paura i nostri sensi si acuiscono, aumenta la concentrazione, il nostro ritmo cardiaco cambia, avvertiamo una tensione muscolare. Insomma, il nostro corpo si prepara e si prepara a reagire in modo ancestrale: fuga o lotta. Ora, col passare degli anni si comincia a famigliarizzare con il mondo e le paure possono aumentare, cambiare, sparire. Da bambini abbiamo paura del lupo cattivo, delle streghe dei fantasmi, da adulti abbiamo paura del postino con una lettera verde, di un tizio a bordo strada che solleva un paletta, di una lettera della banca, ecc.Quindi le paure si evolvono, alcune scompaiono, altre si modificano, la stessa paura viene però risvegliata da stimoli diversi.Facciamo un passo indietro, torniamo a quando eravamo molto piccoli. Siete nella vostra camera, avete cinque o sei anni, per qualche strano motivo vi svegliate nel cuore della notte. Sentite un rumore che potrebbe essere normale ma voi non lo sapete, in genere a quell'ora dormite. Però è un rumore che non riconoscete. La scena successiva siete voi nel letto, occhi sbarrati che fissano un punto sicuro, un punto dal quale sapete non può uscire nulla di spaventoso. Non fissate la porta o l'armadio, fissate il soffitto. Oppure chiudete gli occhi. Il vostro corpo si irrigidisce, le gambe diventano tinche e gli addominali si contraggono, vi sentite il cuore in gola. Sono sicuro che ognuno di voi ha un ricordo simile. Ecco, questo per introdurre un concetto: ci sono diversi livelli di paura, alcuni sono “positivi” perchè sono attivanti, diciamo così, altri sono “negativi” perchè sono bloccanti, portano il soggetto a chiudersi e non a reagire.TIMORE, ANSIA, PAURA, PANICO, TERRORE, ORRORE dicono quelli bravi sul serio.Nei primi tre stadi di paura c'è una contrapposizione fra il rischio di farsi male e la situazione piacevole che può conseguire dal fare lo stesso qualcosa. Da wikipedia “Il timore è la forma meno intensa della paura e si determina quando una situazione promette piacere ma, al tempo stesso, anche dolore: c'è la percezione della possibilità di perdere il piacere, ma ci si muove ancora verso di esso. “Salendo non fa altro che crescere la percezione della possibilità di perdere il piacere.Ecco, questi sono i giri in moto: promessa di piacere a fronte del rischio di dolore.Bene, ma perchè siamo a parlare di paura? Semplice, per far capire l'utilità della paura e del fatto che sentirsi invincibili, sboroni, bravi, capaci e non aver paura quando si sale in modo è il modo migliore per correre dei rischi inutili. La paura ci serve, teniamola controllata, teniamola su livelli utili, che ci facciano stare concentrati, che predispongano il nostro corpo a reazioni repentine, che tenga svegli i nostri sensi. La paura è un'emozione da cui non possiamo prescindere, fingere di non aver paura, impegnare il nostro cervello per reprimerla non può che portarlo a distrarsi dalle cose veramente importanti. Famigliarizziamo con i pericoli che possiamo correre, teniamoli sotto controllo, conosciamoli. Ma non sforziamoci di essere invincibili che tanto non lo saremo mai.Avete presente quando abbiamo una botta di culo e per qualche strano motivo attraversiamo un pericolo ma non ci succede nulla? Ecco, nei momenti successivi la nostra paura è aumentata, stiamo forse provando panico e questo è paralizzante. Bisogna cercare di riprendere confidenza con lo stimolo o la situazione che ci crea paura per evitare di essere sopraffatti. Un po' come quando si dice che bisogna subito risalire a cavallo, la paura bisogna saperla tenere in equilibrio, non pensare di poterla annullare, non lasciarsi sopraffare perdendone il valore aggiunto.