Ora è scoppiata una rabbia che, per la prima volta , è esplosa perfino davanti a Shenuda III, l’anziano patriarca che celebrava i funerali nella cattedrale di Abbasiya , nella capitale presidiata dalle forze dell’ordine intorno ai punti caldi , preceduti da nuovi scontri tra cristiani, musulmani e polizia militare.
E’ come fermare il Papa durante la messa , ma ormai la gente è stanca. La funzione non è stata trasmessa dalla tv di Stato e questo ha fatto infuriare ulteriormente i copti.
La giunta militare e il governo di transizione hanno condannato quanto successo , e promesso punizioni e indagini. Hanno respinto tentativi di ostacolare il cammino verso la democrazia. Ma il popolo cristiano non crede a questo nuovo proclama , infatti dopo l’attacco di Capodanno ad Alessandria contro i copti non si sono ancora trovati gli assassini.
La paura dei cristiani è di essere attaccati ogni giorno, di ricevere discriminazioni sul lavoro , a scuola, nel quartiere, in politica e negli affari , nella legge. La paura è che le cose siano peggiori di prima , se il governatore di Assuan dopo un attacco ad una chiesa ha giustificato il tutto con “ le croci sull’edificio offendevano gli occhi dei musulmani” ed è rimasto al suo posto.
Il governo ad interim presieduto da Sharaf è in difficoltà . Effetti a sorpresa con colpi di scena, aperta dalle dimissioni del ministro delle Finanze e vice-premier Haazem Beblawi, per divergenze sulla gestione della crisi. "Anche se il governo non è direttamente responsabile, alla fine, la responsabilità ricade comunque sulle sue spalle", ha detto Beblawi secondo . "Le attuali circostanze sono molto difficili e richiedono un nuovo modo di pensare e di lavorare". In serata Beblawi ha ritirato le dimissioni. Il vicepremier, economista di fama internazionale, sarebbe stato convinto a ritirare le dimissioni dal capo del Consiglio Supremo delle Forze Armate, maresciallo Hussein Tantawi. Il primo ministro, Essam Sharaf, del quale attivisti e politici hanno pure chiesto le dimissioni con tutto il governo per la mancanza di sicurezza nel paese, aveva dichiarato che le dimissioni del ministro erano state un'iniziativa individuale e che le eventuali dimissioni del governo "sono nelle mani dei militari, che possono deciderle in qualsiasi momento le ritengano opportune".