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"Paura, eh...?"

Da Povna @povna
Indubbiamente la colpa è sua; indubbiamente se le cerca. Alla 'povna però i polizieschi piacciono davvero tanto: è quindi abituata a concedere al loro piacevole intrattenimento una parte considerevole della sua furibonda estate di letture. Durante il primo mese di vacanza questa sua tendenza l'aveva portata a leggere un po' di questo e un po' di quello, ma, per un motivo o per l'altro, quasi sempre di giorno, in treno la maggior parte delle volte e in ogni caso non da sola.
La scorsa settimana, però, si è trovata a un terzo dalla fine dell'ultimo Vargas che era gia l'una di notte e - ingorda e oramai del tutto catturata dall'intreccio - ha pensato che valeva la pena di dedicare il tempo necessario a finire la lettura. Povera 'povna, che aveva sottovalutato la sua natura a tratti impressionabile; così, dopo appena poche pagine, ha cominciato a essere invasa da una perturbante certezza: quella, cioè, di avere in casa l'assassino. Messa alle strette, la 'povna ha dovuto abbandonare precipitosamente l'opera, mentre una linea sottile di incontrollata angoscia si spargeva, suo malgrado, lungo la spina dorsale. Si è alzata, una dopo l'altra, almeno sette volte, controllando minuziosamente lo sgabuzzino d'angolo, sotto il letto, nell'armadio, il vano doccia, dietro il divano. Ogni volta ha dovuto prendere atto, suo malgrado, che nella casa tutto era tranquillo (a parte, è ovvio, il suo cuore che batteva all'impazzata). Alla fine, rassegnata, non ha potuto fare altro che abbandonare il romanzo a pochi capitoli dal termine, rimandando la conferma sui suoi sospetti per l'identificazione del colpevole alla rassicurante e ragionevole luce mattutina.

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