Pausa

Da Pamirilla


Mi sveglio di botto, sbarro gli occhi e penso: “Devo pagare le bollette!”.
Ma che razza di primo pensiero del mattino è?
Beh, questo è!

Decido di non fare colazione per far prima (è già tardissimo) e dimagrire un po’ come effetto collaterale.
Però ho fame perciò sbocconcello solo un po’ di pizza appena uscita dalla doccia, do solo due, tre morsi alla torta di frutti di bosco mentre infilo le calze e poi gozzoviglio nella nutella non appena ho finito di vestirmi. Praticamente mangio l’equivalente di tre colazioni ma tutte in piedi, senza gustare nessun sapore e senza bere un goccio di niente.

Uscendo porto giù i panni sporchi per metterli nella lavatrice, che è al piano terra, invece esco di casa con tutto il cestino dei panni sporchi al seguito; in piazza me ne rendo conto e faccio dietro front.
Ho dimenticato le chiavi della lavanderia a casa quindi risalgo le scale per prenderle , tanto ho scordato anche gli asciugamani da lavare. Ridiscendo, carico la lavatrice ma mi resta in mano il cassetto dei detersivi. Dopo mezz’ora di lotta furibonda con il detto cassetto ed un non proprio signorile turpiloquio riesco a ripristinare la situazione, avvio la lavatrice e esco di nuovo anche se ho le mani imbrattate di detersivo e si è sporcato il cerotto del dito che mi sono ustionata ieri, cucinando.

Mi arrampico fino in cima alla collina dove c’è la Posta e a metà strada mi rendo conto che ho lasciato il libretto postale a casa, pazienza. Arrivata alla Posta mi rendo conto che ho lasciato a casa anche le bollette, cazz….
Allora ridiscendo giù dalla collina, risalgo i due piani di scale fino a casa, prendo le bollette e ne ho scopro una vecchissima non pagata. NON pagata?!!!!! Ma com’è poss…..via, scendo le scale, salgo sulla collina, pant, pant, arrivo alla posta e la fila di due persone di prima è diventata una “filona” di cinquecento persone. Sto sudando come una fetta di gorgonzola nonostante il clima invernale al punto che devo togliermi sciarpa e cappotto. Un vecchietto, visto come sono ridotta mi cede il posto a sedere.
Pago tutte le bollette, anche quella vecchia……quella…..”ma era già pagata!” dice l’operatrice. Già pagata???? Porc… non avevo visto il timbro. Mortificata chiedo scusa cento volte alla signora che deve annullare l’operazione inutile. Poi scendo a valle, salgo a casa, prendo le chiavi della lavanderia e apro il portello della lavatrice: esce uno tzunami di acqua. Vaff…..richiudo, ripompo, ricentrifugo, risalgo a casa, stendo e poi prendo le borse per andare a fare un po’ di spesa….cerco le chiavi…..le chiavi……le chia….vi……di ca….sa . NON SONO DA NESSUNA PARTE.

Le avevo in mano solo due minuti fa. Ed ora sono scomparse.
Intanto sento che il dito ustionato sta impazzendo di dolore ed anche la schiena si chiede perché tante scale e tante colline e decide di dare forfait.
Cerco ancora le chiavi , se non altro per principio, per non darla vinta a loro. Dopo un affannoso, infruttuoso, tristissimo quarto d’ora poso le borse mi tolgo il cappotto e mi metto a piangere sul divano.

Mi prendo una pausa.
Faccio da sola, prima che mi scoprano quelli della neuro e mi portino via.

E poi…..non mi ricordo più perché tenevo un blog………


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