PAVIA. Pavia e Firenze verso la coabitazione solidale. Il
Comune di Pavia intende seguire il modello toscano per dare risposte concrete
alla crisi economica e alle difficoltà sociali degli anziani.Nell'ambito dell'attuazione del Piano per la Casa, Rigenerazione Urbana e Inclusione Sociale, l'assessorato alla Casa si sta particolarmente impegnando nella costruzione di nuovi modelli di intervento sul disagio abitativo, ispirati ai processi di innovazione sociale.
A tale proposito sta attuando, con la collaborazione dell'Auser di Pavia, la sperimentazione del progetto sociale Abitare Solidale, portato avanti con grande successo dall'Auser di Firenze.
Il progetto prevede la possibilità di una coabitazione tra anziani, che offriranno ospitalità presso la loro abitazione a chiunque ne necessiti, in cambio di aiuti domestici oppure di un contributo alle spese.
In queste settimane si è attivata la prima fase progettuale, che prevede un’indagine sui bisogni sociali e abitativi dei cittadini di Pavia con più di 65 anni.Auser prevede un totale di 30 incontri, che coinvolgeranno circa 300 anziani e alcuni operatori del settore. "Il confronto di punti di vista ci consentirà di mettere a fuoco il tema di analisi e di valutare la successiva fase attuativa - ha spiegato l'assessore Laura Canale -. Il valore del progetto risiede anche nella vasta rete di soggetti del territorio che contribuiranno a renderlo effettivo attraverso il loro patrimonio di conoscenza dell'universo degli anziani e la loro capacità di nutrire il capitale sociale della città". I centri di promozione sociale che aderiranno al progetto Abitare Solidale sono i seguenti: Bargiggia, Borgo, Cazzamali, Rovelecca, Salvo d'Acquisto, Scapolla, Fossarmato e Brusaioli.
Collaborano con il progetto anche Confcooperative,
Legacoop e Privatassistenza Pavia, nonché le parrocchie di San Lanfranco, San
Michele, San Teodoro, San Francesco d’Assisi, Sant’Alessandro di Sauli e Don
Orione. Apportano il loro contributo infine la Caritas, le associazioni Ci
Siamo Anche Noi e ACLI e i sindacati CGIL, CISL, UIL e SPI-CGIL.
"Tutto questo – aggiunge l'assessore – avverrebbe sotto il
controllo costante di Auser. Pertanto contiamo di iniziare con un numero
limitato di patti abitativi".
Il Comune intende in questo
modo fronteggiare la sempre più vasta povertà che interessa le fasce più
anziane della popolazione.
La condivisione di un appartamento consentirebbe in
effetti di dividersi le spese per l’affitto e, quindi, di sostenere meglio gli
esborsi necessari nella vita quotidiana.
Senza trascurare la rilevanza
dell'aspetto sociale: troppo spesso, infatti, gli anziani conducono la loro
esistenza in totale solitudine, ai margini delle normali dinamiche sociali e
oppressi da un senso di inutilità che in alcuni casi può assumere contorni
drammatici.
di Serena Baronchelli
