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PAVIA. Alessandro Fiamberti ha vinto il contest di idee grafiche di "I love Pavia"

Creato il 29 settembre 2015 da Agipapress
PAVIA. Alessandro Fiamberti vinto contest idee grafiche love Pavia PAVIA. Si chiama Alessandro Fiamberti (in foto) il vincitore di I Love Pavia, contest di idee grafiche per rappresentare l'amore per la città. 
Il concorso rientra nel progetto "Attrattività" del Duc, finanziato da Regione Lombardia e partito nel 2014 con una serie di iniziative per rendere attrattiva Pavia ai turisti.
La prima fase del contest prevedeva l'individuazione del logo "I Love Pavia", destinato a essere stampato su magliette di diversi colori che i negozi aderenti al Duc regaleranno ai clienti nei prossimi giorni. 
Hanno risposto all'appello 12 grafici e designer del territorio pavese, di età compresa fra i 18 e 35 anni. I frequentatori dei social hanno poi determinato il vincitore. 
In 13.590 hanno votato la loro maglietta preferita durante le vacanze, per la precisione dal 3 al 31 agosto. Ogni autore poteva presentare un massimo di 3 proposte (ognuna presentata sia su fondo chiaro che su fondo scuro). 
"I Love New York ha segnato una svolta nella grafica anni Sessanta - motiva la sua scelta il vincitore Alessandro Fiamberti, 28 anni, di Canneto Pavese - quindi mi sono ispirato a quell'idea, chiedendomi cosa rappresentasse per me Pavia. Il riferimento più ovvio era quello delle Tre Torri, essendo stato universitario fino a poco tempo fa. Ho cercato di mantenere nel logo le proporzioni delle Tre Torri, aggiungendo il simbolo dell'amore e creando così un logo che si definisce man mano che lo si legge".
La prima fase del contest si è concluda oggi ma prosegue il progetto della mostra fotografica "Pavia nel Mondo". Potrà partecipare chiunque: basterà procurarsi la maglietta con il logo I Love Pavia e scattarsi un selfie mentre la si indossa in qualsiasi parte del mondo. La foto andrà poi postata su Instagram con l'hashtag #pavianelmondo e taggando @ilovepavia. Le foto più apprezzate saranno presentate pubblicamente. 
di Serena Baronchelli


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