
PAVIA. Questa mattina sulla strada dell'argine, nel tratto della rampa di accesso, sono apparsi degli operai per effettuare dei lavori a bordo strada. Subito è scattato l'allarme dei residenti che si sono recati a vedere, a chiedere e a fotografare quello che stava accadendo . E il risultato è che cominciano a far circolare la voce che stanno allargando la strada dell'argine. Quella strada che è al centro di polemiche infinite da quando il Comune ha deciso di utilizzare questo passaggio come via alternativa di accesso al Borgo Basso con l'imposizione del senso unico in via Milazzo. Tornano in mente le parole della lettera del Prefetto che chiedeva ad AIPO di indicare "se gli interventi in parola sono compatibili con l'integrità dell'opera arginale e la perfetta integrazione della stessa proprio in virtù delle prescrizioni tecniche per la salvaguardia dell'opera idraulica rilasciate da codesto Ente in sede di concessione regionale. In caso affermativo,, si prega di voler predisporre l'opportuna vigilanza sull'opera idraulica in questione al fine di verificare il mantenimento dello status quo".
E proprio il nome
di AIPO viene fatto da una borghigiana che si chiede se questo sia il risultato di un
accordo finalmente risolutorio del problema viabilistico che si sta vivendo da
almeno un semestre.
In mezzo ad un
alternarsi di voci, alcune anche preoccupate, abbiamo chiesto proprio ad AIPO e
in particolare all'ingegnere Antonio Arena responsabile di AIPO Pavia.
"Il problema non esiste - risponde -. Hanno tappato delle buche che erano sulla parte
piana e poi il geometra voleva allargare la rampa per dare quei 40
centimetri in più alle ruote delle macchine che sì incrociano sulla rampa. Soltanto
questo. Per cui gli ho detto di non mettere l’asfalto. Non stavano distruggendo
la strada, però".
Ma si possono fare
questi lavori senza il permesso di AIPO? "Quel lavoro non si poteva fare
per cui l’abbiamo fermato - risponde l'ingegner Arena -. Il problema sta
diventando grande ma inutilmente grande, perché le soluzioni ci sono e le
troveranno".
La
Prefettura però chiedeva ad AIPO, come gestore della strada, di dare delle
spiegazioni su cosa fare. Voi siete il gestore e quindi è vero che non si può fare niente
senza la vostra approvazione, o no? "Noi non siamo proprietari, è un’opera
pubblica e quindi siamo tutti proprietari. Siamo l’autorità delegata per la
manutenzione di tutti gli argini del Po e non solo di quelli del Ticino. Quindi
noi siamo come l’ANAS per le strade. Prima eravamo del Ministero dei lavori
pubblici ora siamo invece regionali. Quindi
noi gestiamo la buona vita dell’argine".
Dunque se il Comune deve fare dei lavori su questa strada, deve chiedere a voi
il permesso? “Se vuole mettere in sicurezza e allargare l’argine, sì. Se invece
immagina di ridurre la sezione dell’argine e della terra che lo compone, è
vietatissimo dal 1904. Diciamo che è come dare in affitto un appartamento
nostro; quindi è una strada data in affitto, questo è il principio".
Posizionare i catarifrangenti, ad esempio, è permesso?
"Se hanno fatto un buchetto per posizionarli, lo possono fare; mettere un
paletto o una segnaletica, va bene e glielo abbiamo permesso; se invece mettono
calcestruzzo, questo non lo possono fare".Parlava di soluzioni alternative alla scelta attuale dell'argine. A che cosa si riferiva? "La strada d’accesso c’è; se conosce la zona, sa che c’è una stradina al piede dell’argine che è comunale, interamente comunale. Dove posteggiano le macchine. Si interviene e si adegua al resto e poi si fanno altri ragionamenti".
Allora perché non intervenire su quella? "Non so. Noi di AIPO glielo abbiamo sempre detto a tutti;capisco che ci sono problemi economici ma..." (mpa)
