Giuseppe Polizzi
PAVIA. Asm: sarà forse la commissione di garanzia a occuparsene? E se sì, a chi “il merito” di aver sollevato la questione?Il consigliere pentastellato Giuseppe Polizzi è stizzito e chiede che la “paternità” dell’idea gli venga riconosciuta opponendosi al capogruppo Pd Davide Ottini, che ha rivendicato lo stesso diritto. E pare che non sia una questione di lana caprina almeno da parte di Polizzi, ma una vera e propria dimostrazione di trasparenza e correttezza, dice perentorio Polizzi, perché in questo modo “voglio far emergere l’ipocrisia del Pd che, in merito alla questione della commissione d’inchiesta, ha fallito”. E fa seguire una lunga quanto dettagliata e documentata escussione.
“Ricapitoliamo: il 18 luglio Ottini ha annunciato di voler far luce sul passato di Asm, il 5 settembre ha ripreso la questione, ribadendo che avrebbe voluto i risultati entro Natale. Il 10 settembre, però, Antonio Bobbio Pallavicini ha spinto tutto a rallentare e a riflettere sulla questione. Pochi giorni dopo il sindaco Depaoli ha congelato l’inchiesta. A tutto ciò ha fatto seguito un silenzio di un mese. Io mi sono recato nelle Commissioni con delega alle partecipate per chiedere di occuparci del caso ma mi hanno sempre risposto che non era possibile. Il 7 ottobre sono venuto a sapere che Adenti ha dichiarato di non avere i poteri per occuparsi della questione: il consiglio comunale avrebbe dovuto conferirli alla commissione di garanzia”. “Durante l’ultima commissione – ha proseguito Polizzi facendo sempre riferimento alla sua corposa documentazione - Davide Ottini ha effettivamente preso la parola per primo ma per proporre audizioni conoscitive per affrontare i problemi non risolti della precedente consiliatura, che non aveva una commissione d’inchiesta. A questo punto sono intervenuto io, fra il silenzio di tutti, chiedendo un ampliamento dei poteri della commissione e proponendo la stesura di una delibera che avrebbe dovuto essere votata in consiglio comunale. Con questa mia presa di posizione intendo stigmatizzare l’“annuncite” del Pd, il “detto e non fatto”. Qui non ci sono opinioni ma una verità oggettiva. Il Pd sta vendendo fumo all’elettorato”. Il consigliere di maggioranza Davide Ottini, dal canto suo, non sembra particolarmente interessato a questa polemica.
Davide Ottini
“Durante l’ultima commissione di garanzia, Polizzi ha chiesto che nella delibera che porteremo in consiglio comunale domani sera (consiglio comunale lunedì 1 dicembre ndr.) venisse riconosciuto che il MoVimento 5 Stelle ha un merito di natura politica relativo alla questione – ha ricordato - io e gli altri membri della commissione siamo rimasti sorpresi: nessuno di noi ha intenzione di strumentalizzare politicamente questi lavori. Quando la commissione presenterà i risultati in consiglio, ciascuno di noi farà le proprie considerazioni. Trovo la polemica insignificante e puerile. A me interessa che la commissione lavori bene, non sono interessato al resto”.L’impressione è che oggi, dopo tanto rumore la scorsa estate, qualcosa negli ingranaggi della commissione si sia arenato. “Non è assolutamente vero – smentisce Ottini - la delibera verrà votata domani in consiglio comunale. Abbiamo chiesto al presidente Adenti di lavorare il più possibile, convocando commissioni tutte le settimane, anche di sabato se necessario. L’auspicio è che nell’arco di sei mesi la commissione riesca a fare luce e chiarezza su argomenti che devono essere urgentemente risolti, dai rimborsi alla governance generale della partecipata”.
Attualmente il capogruppo Pd si sta intanto spendendo anima e corpo per affrontare la grave situazione lavorativa alla Merck, bruscamente precipitata la scorsa settimana. “Il sindaco ed io, in questo momento, svolgiamo il ruolo di collettore fra livelli istituzionali: il presidente della Provincia Daniele Bosone, l’assessore regionale Mario Melazzini, i parlamentari del territorio e i vertici Merck – ha spiegato -. Uno schema di lavoro che è iniziato con l’amministrazione Cattaneo e che noi abbiamo ripreso. Sembrava che avessimo ottenuto il risultato sperato con Zambon ma il problema si è repentinamente riaperto. Questo ci obbliga a riannodare una serie di collegamenti istituzionali per cercare di favorire la ricerca di un altro soggetto adatto”.
Il primo passo è stato quello di chiedere a Merck di prorogare i termini della cessione al 31 marzo. “Il fattore tempo è importante per dare modo all’azienda di trovare un gruppo industriale serio, che abbia davvero voglia di investire – sottolinea Ottini -. Settimana scorsa ho partecipato a un incontro con i vertici Merck in Prefettura durante il quale abbiamo chiesto di andare anche oltre questo termine ma questa decisione può arrivare solo da Merck USA”.
a cura di Serena Baronchelli