"Troveremo una soluzione - ha garantito Bosone - sia essa fuori o dentro la cantina".
"La magistratura deve compiere i suoi accertamenti - ha aggiunto Bosi - Se emergeranno dei responsabili è giusto che ne paghino le conseguenze. In Oltrepò vengono prodotte uve e vini di altissima qualità. Un grande patrimonio della nostra agricoltura, che va difeso e valorizzato".
Al centro del confronto svoltosi ieri presso la sede di via Mentana, cui hanno preso parte anche alcuni rappresentanti del Consorzio per la Tutela dei Vini dell'Oltrepò Pavese e qualche imprenditore oltrepadano, la situazione del settore vitivinicolo provinciale all'indomani dell'inchiesta della magistratura sulla cantina "Terre d'Oltrepò".
Ricordiamo che l'indagine, coordinata dalla Procura di Pavia e realizzata da Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, ha messo in luce un presunto falso nella produzione di Pinot Grigio doc, con relativo sequestro di 17 miloni di litri di vino sfuso e di 700mila bottiglie. I 15 componenti del vecchio consiglio di amministrazione di Terre d'Oltrepò risultano attualmente indagati per presunta frode in commercio. L'inchiesta ha coinvolto anche circa 300 produttori di aziende vitivinicole oltrepadane che conferivano le loro uve alla cantina. Previsti controlli a tappeto durante la vendemmia, che inizierà al termine di agosto.
E così alla fine dell'incontro, un brindisi al vino"buono" dell'Oltrepò Pavese.
di Serena Baronchelli
