Un ruolo, il suo, da leader che fuori dalla pedana sembrerebbe non appartenerle. L'abbiamo incontrata a Milano presso la sede della Società Forza e Coraggio dove si allena quando è in Italia e subito ci appare una ragazzina timida, quasi spaventata dalla popolarità; eppure il suo nome da tempo circola negli ambienti della ginnastica ritmica anche perché Dina ha una sorella gemella, Arina con cui condivide il talento e il successo. Una casualità, la loro, balzata agli onori della cronaca sportiva internazionale per l'eccezionalità di vedere, in gara, due atlete pressoché identiche .
“Mi alleno dall'età di 12 anni, con Arina, seguendo le orme di Paulina, la nostra sorella maggiore. La mamma avrebbe preferito per noi la danza – ci racconta con l'ausilio di Elena Niedoznika tecnica russa oggi nello staff della società Forza e Coraggio che si presta nella veste di traduttrice - dopo poco siamo entrate nel Centro tecnico di Mosca dove questo è il quarto anno che ci alleniamo con Vera Sciatalina tecnica della nazionale russa”. Sempre insieme, le due gemelle, durante gli allenamenti, le gare o a scuola, tranne quando Dina prende l'aereo, ogni due settimane circa, e viene in Italia per gareggiare con i colori della Ginnastica Pavese. “Siamo molto unite – racconta Dina – amiche inseparabili ma quando si tratta di gareggiare, non facciamo differenze e ognuna di noi vede l'altra come un'avversaria”.
Dell'avventura italiana Arina non fa parte ma segue e incoraggia Dina nel dare il meglio di sé in un campionato del tutto nuovo: “L'idea di essere una squadra, di gareggiare ognuna con un singolo attrezzo e poi sommare i risultati è una formula nuova, che non conoscevo, ma mi piace molto” ci confida Dina mentre le compagne si siedono accanto a lei per ascoltare le sue parole. In fondo le atlete gareggiano insieme ma l'occasione per stringere un'amicizia è davvero poca, qualche messaggio con l'ausilio del traduttore, una passeggiata in centro a Milano con Elena e qualche parola scambiata a fine gara, poi Dina deve fare ritorno al Centro Federale di Mosca dove segue duri allenamenti e va a scuola. “Quest'anno farò la maturità – ci confida – ma da noi la scuola ha un valore diverso rispetto alla ginnastica, facciamo meno ore che in Italia eppure c'è rigore anche nello studio”.
Intanto però colleziona importanti risultati a livello internazionale e nel Campionato italiano di A2 il suo valore è inestimabile, ancora più prezioso in questo avvio di stagione condizionato da tanti infortuni accaduti alle atlete pavesi: “Spero di fare bene e di dare soddisfazioni alla mia allenatrice e alla squadra” conclude con un sorriso Dina.
Quando scende in pedana, però, tutta la sua dolcezza si trasforma in forza, il suo sorriso in grinta e quel corpicino esile diventa un perfetto mix di tecnica e precisione facendole fare salti, rovesciate, movimenti con la naturalezza di una veterana. La strada per la salvezza è ancora lunga ma di sicuro, con il contributo di Dina Averina, le chance di rimanere nella massima serie per la Ginnastica Pavese aumentano.
a cura di Federica Bosco
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