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PAVIA. E sulla strada dell'argine "crescono" i paletti catarifrangenti.

Creato il 06 dicembre 2015 da Agipapress
PAVIA. sulla strada dell'argine PAVIA. Giovedì pomeriggio gli operai del Comune hanno posizionato i catarifrangenti lungo i bordi della strada dell’argine: un modo per rispondere ai problemi di visibilità generati dalla nebbia e dal maltempo di stagione.  “Ma con chi credono di avere a che fare? Che ci prendono per scemi? Questo lavoro a casa mia si chiama presa per i fondelli", questo il primo commento che arriva in redazione in accompagnamento alla foto. In effetti i paletti catarifrangenti sono uno strumento utile su una strada che però non è una strada, che non dovrebbe essere utilizzata come strada, come abbiamo detto più volte, e che quindi non dovrebbe avere necessità di posizionare alcunché di quanto previsto dal Codice della Strada.  Poiché però la gente ci passa, e d’altronde con la chiusura di un senso di marcia di via Milazzo, alternativa all’argine in realtà non ce n’è, qualche cosa si doveva pur fare nel tentativo di dare un senso alla decisione di dirottare il traffico veicolare su questa “pista di servizio”; e dunque il provvedimento eccolo.  Senza stare a guardare troppo per il sottile e in barba al Testo Unico che stabilisce come i lavori di miglioria possano essere fatti dal Comune gestore della “pista di servizio” solo a fronte di un permesso concesso da AIPO vero proprietario della strada, permesso che non risulta esistere a chi scrive, e in barba alla richiesta di chiarimenti avanzata dalla stessa Prefettura, ecco che con l’umido e la nebbia, anziché i funghi, spuntano e crescono i paletti catarifrangenti. PAVIA. sulla strada dell'argine A parte l’ironia, la decisione si motiva ovviamente con ragioni di sicurezza e di criticità nel transito che la strada ovviamente mostra; e lo conferma una seconda foto che Marcella Magnino, cofondatrice del Comitato Spontaneo di cittadini ”SalviamoLaViaMilazzo” ha postato nel gruppo omonimo su Facebook, e dove lei stessa afferma che la luce che illumina la strada è quella del faro del suo motorino. E prosegue con un commento: “Questa come è evidente non è una strada sicura. Purtroppo, per ragioni di sostegno politico a questa giunta, la situazione non si sblocca e il Potere continua a voler far passare da qui, a forza, auto e motorini che avrebbero diritto a percorrere strade sicure, normali, urbane, che esistono. Non è che bisogna costruirle apposta, esistono, esistono da millenni probabilmente e si chiamano via lungofiume (alias Milazzo). Ora in via Milazzo se prima passavano 60 auto in due ore, ne passeranno 20. Non so esattamente ma se qualcuno avesse voglia di mettersi alle porte della via per contarle, sarebbe cosa interessante. Il ridicolo è che via Milazzo è una strada di città che può portare un volume di traffico normale e che tra 20 e 60 auto/moto non è che ci sia una differenza spaventosa”. Immancabile poi la critica alle affermazioni dell’assessore alla mobilità: “… l'assessore a febbraio disse che nel fine settimana c'erano 1500 passaggi nella via mentre in settimana i passaggi erano 280/300. Visto con gli occhi di oggi, queste cifre sembrano ancora più strane e non sono credibili. Infatti i dati rilevati dalle spire non sono mai stati resi pubblici... e questo alla faccia della trasparenza e della democrazia che questa giunta non sa nemmeno dove sta”.
E intanto la sperimentazione che era stata annunciata dall'assessore alla mobilità terminare al 31 dicembre, proseguirà, come era facilmente prevedibile, anche dopo le parole del sindaco: il senso unico resta. (mpa)

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