PAVIA. Sarà inaugurata domenica 6 settembre alle ore 18
nei locali della Sala Mostre del Castello Visconteo (ingresso viale XI
Febbraio,35) a Pavia la mostra di opere di Dario Fo “Dario Fo.Mistero Buffo a
colori. Manuale minimo dell’artista”.
Prima che autore, attore, scenografo e regista tetrale
Dario Fo è pittore e utilizza questa forma espressiva per completare la sua
attività drammaturgica, anche oggi a 89 anni la sua mano mostra ancora tutta la
sua forza espressiva Fo ha deciso di
immergersi a pieno nel linguaggio dell’arte visiva, spingendosi oltre e curiosando
e sperimentando nuove tecniche espressive.
Il risultato è un corpus di oltre 130
opere, finora inedite ma che
saranno protagoniste della mostra
che si inaugura il 6 settembre alla presenza dello stesso Fo, e resterà aperta
fino al 18 ottobre, curata da Susanna Zatti.
Un corpus che ha preso forma nella
pubblicazione del suo Manuale Minimo dell’attore 2 in uscita a fine agosto per
i tipi di Chiarelettere.
Il catalogo della mostra, edito da Skira si apre con un’introduzione
di Dario Fo che commenta ogni sua opera, e comprende la presentazione di Susanna
Zatti e un breve testo di Cesare Lisandria.
Nelle opere esposte
Fo sceglie di adottare nuove tecniche espressive privilegiando il collage di immagini accostate sulla tela e
di fotocopie e fotografie digitali dei propri lavori, sui quali incide con il
tratto ed il colore. Esegue una
pittura a tempera ripresa con passaggi di cromie ad olio, quindi infila la
tavola nella fotocopiatrice e la programma in modo che produca un’immagine di
tonalità capovolta.
Il dipinto acquista così una profondità inaspettata, e il
movimento compositivo è esasperante a tal punto da farlo apparire un mosaico
surrealista.
Ogni dipinto è accompagnato da un brevissimo testo che descrive e commenta il significato e la storia del quadro, sottolineando così come la produzione figurativa si leghi a quella teatrale e che disegni e bozzetti “servono per fermare l’impianto della scrittura, per andare avanti nello svolgimento del lavoro” dice l’artista.
La pittura per
Dario Fo diventa quindi un complemento
del teatro, anzi, viene prima: le invenzioni e le rappresentazioni sceniche
nascono nella sua mente come immagini grafiche e pittoriche e solo dopo
diventano parole scritte. Disegna prima di scrivere facendo emergere idee e stimoli creativi, sviluppando nuovi sensi e significati. “Ho disegnato, dipinto, inciso e inventato fondali e bozzetti di costumi
per ogni commedia messa in scena da sessant’anni in qua – scrive
nell’introduzione al catalogo –. Per ogni spettacolo ho prodotto pitture sia a
tempera che a olio che illustrassero le storie e i giochi scenici dell’opera.
Non mi sono mai accontentato di scrivere solo testi teatrali. In verità il mio
vero mestiere è quello del pittore”.

DARIO FO, IL PITTORE. Dario Fo comincia la sua carriera come pittore, frequenta i corsi all’Accademia di Brera negli anni Quaranta con docenti come Achille Funi, Marino Marini, Giacomo Manzù e Carlo Carrà; si confronta con compagni di studi che, come lui, si dimostrano voraci consumatori della cultura europea e americana d’avanguardia, solo allora sdoganata: si tratta di artisti di varie tendenze, realisti, naturalisti e informali come Ennio Morlotti, Bobo Piccoli, il gruppo Corrente, lo scultore Alik Cavaliere, registi come Carlo Lizzani, letterati e intellettuali come Elio Vittorini ed Emilio Tadini.
Con Tadini, Fo va
a Parigi, a scoprire la modernità, conosce Fernand Léger e Juan Gris,
si lascia affascinare prima da Picasso e poi dal genio fiabesco e leggero di
Marc Chagall.
Progressivamente si libera dalla cifra artistica accademica e conquista un proprio stile personale, fatto di contaminazioni, suggestioni,
metafore, visioni simboliche e oniriche.Al centro del suo interesse è sempre l’etica, il tema dell’uomo e dei sentimenti, riletti nei miti classici e nelle storie bibliche, rappresentati con prospettive sempre diverse, inconsuete e spesso ribaltate rispetto alla tradizione, trattati con colori gioiosi e contrasti stridenti. La mostra pavese è organizzata dai Musei Civici del Castello Visconteo, in collaborazione con la Compagnia teatrale Fo Rame e la Libera Università di Alcatraz, sostenuta dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
“Pavia è orgogliosa di aprire le porte
del Castello Visconteo a una figura che ha dato lustro all'Italia nel mondo
– ha commentato il vicesindaco e assessore alla cultura Giacomo Galazzo -. Con questa straordinaria esposizione il Maestro Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, racconterà insieme al suo percorso umano e artistico un vero e proprio pezzo di storia italiana. La mostra sulla pittura di Dario Fo rappresenta un momento prezioso dell'investimento sull'arte e sulla cultura su cui Pavia deve puntare con convinzione. Pensiamo davvero che una parte importante del percorso che dobbiamo intraprendere in questi anni consista proprio nell'impegno per rafforzare la capacità della nostra città di attrarre grandi progetti culturali, e questa esposizione ci aiuta e ci rafforza in questo proposito”.(mpa)
