PAVIA."Tutto cominciò con una zuppa. Il cibo attraverso la metafora dell'illustrazione".
È questo il titolo della settima edizione del Festival dell’Illustrazione di Pavia, che si terrà dal 3 ottobre al 2 novembre presso il Castello Visconteo.
Scopriamo come la manifestazione è nata e cresciuta nel tempo nelle parole di Neva Kolman, ideatrice organizzatrice del Festival.
“L’Italia, specialmente negli ultimi anni, ha visto la nascita di diversi Festival. Solitamente associati alle città più importanti, ma anche a quelle che per le loro dimensioni ridotte hanno visto nella creazione di un festival tematico una possibilità di indotto economico, di visibilità e di stimolo alla vitalità e alla creatività del tessuto sociale. I Festival, dal canto loro, hanno spesso visto nelle piccole città, spesso dai “lineamenti” caratteristici, un modo per identificarsi facendo del territorio un punto di forza. La cosa che accomuna molti tra quelli che oggi sono i più importanti Festival italiani, è il fatto di essere nati da idee “venute dal basso” e allo stesso tempo concrete e coerenti.
Neva Kolman
Altra peculiarità del Festival pavese è quella di dare ampio spazio ai giovani. In un momento storico in cui la politica e le istituzioni in generale tendono spesso a strumentalizzare l’importanza di quelli che saranno “i cittadini di domani” offrendo, in concreto, poche possibilità, il Festival vuole essere un sostegno istituzionale reale e un’opportunità offerta ai giovani artisti per mostrare il loro talento esponendo le proprie opere e favorendo un confronto, non solo con il pubblico ma anche con i Maestri che hanno fatto la storia dell’illustrazione, diventando quindi anche un momento di formazione importante.” In questo senso, l’edizione 2014 ospita le opere di Ambra Garlaschelli, giovane artista pavese che, dopo gli studi di illustrazione allo IED (Istituto Europeo di Design), lavora come illustratrice e grafica freelance collaborando con varie riviste di settore e editori per cui illustra libri dedicati all’infanzia. Le sue illustrazioni sono un mix di matita, penna, inchiostro e digitale, il cui risultato è uno stile incisivo ma raffinato, innamorato della poetica intuitiva dello scarabocchio.Ambra Garlaschelli
“Sono convinta che un festival del genere, così come ogni evento e manifestazione di questo tipo, sia paragonabile a una specie di gigantesca creatura piena di potenzialità che se ne va in giro circondata da un alone di splendido caos creativo. Oltre a contribuire alla diffusione di mondi come quello dell'illustrazione, spesso troppo trascurato, è indubbiamente un potente catalizzatore di idee, energie creative e ispirazioni improvvise. Probabilmente non si poteva trovare titolo migliore di quello di quest'anno, la "zuppa", per descrivere l'eterogeneità di questi festival di illustrazione.Ogni artista contribuisce in piccola parte e nel suo personalissimo modo a creare una ricetta collettiva che nel suo risultato finale avrà mille sapori diversi. Inoltre, essendo io una pavese doc, sono molto contenta di poter finalmente partecipare a qualcosa che sia stato organizzato dalla mia città.” Nelle parole della Garlaschelli anche l’emozione di partecipare ad un evento al fianco di grandi nomi dell’arte italiana: “Per me è, ovviamente, un grandissimo onore. Sono cresciuta circondata da immagini meravigliose di illustratori e artisti enormi a cui devo moltissimo. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa in prestito. Un colore, una traccia, un frammento o anche solo una semplice intuizione che in qualche modo è entrata a far parte del mio universo visivo contribuendo nel tempo a modellare un mio stile personale, un mio modo di vedere e raccontare, una mia voce. Osservare le immagini create da altre persone è un po' come vedere attraverso i loro occhi. La cosa strana è che spesso ci si rende conto che si sta osservando la stessa cosa, ma la si vede in modo diverso. E il solo accorgersene porta inevitabilmente a vedere l’oggetto osservato in modo differente da come lo si vedeva prima. E' un processo creativo senza fine. Non creativo perché ci porta a creare cose nuove, ma perché ci crea in modi nuovi ogni volta”.
Marco Lodola
L’autrice sembra trovarsi a suo agio nella proposta tematica dell’edizione 2014. Il “mondo culinario” diventa per l’artista l’immaginario da cui trarre ispirazione tradotta in pratica con uno stile personale: “Visto il tema del festival di quest'anno, le mie immagini gravitano ovviamente intorno al cibo, ma lo fanno in maniera un po' ambigua: il cibo è presente in tutte, ma non sempre è protagonista. In alcune illustrazioni diventa un elemento surreale, di disturbo, inserito quasi solo per farci chiedere perché ci sia; in altre è l'elemento di supporto che aiuta a descrivere una sensazione; in altre ancora è presente come contenitore: una ciotola di zuppa che contiene una risaia in cui galleggiano i personaggi dell'illustrazione (una ragazza che tiene in mano pesci di carta e un airone di fronte a lei, che osserva i pesci)”. a cura di Davide Ferrari