Spagoni, manager di 49 anni, sembra essere la vera sorpresa, mentre quella di Bianchi una rassicurante certezza.
La candidatura e la nomina dell’avvocato Vinci, al contrario, hanno destato non poche perplessità fra i banchi dell’opposizione.
Barbara Longo ha pertanto chiesto espressamente al sindaco se la Vinci avesse esplicitato tali rapporti durante le audizioni pubbliche. “L’avvocato Vinci è una libera professionista che collabora con alcuni studi, tra cui Benazzo – ha replicato Depaoli - ma non è alle dipendenze dello studio e non ne fa parte organica. Ciò che interessa al Comune è che lei non abbia mai intessuto rapporti professionali con l’ente locale né con Asm”.
“Le risposte del sindaco mi lasciano perplessa – sottolinea la Longo - basta andare sul sito dello studio Benazzo per trovare alla voce “professionisti associati” il curriculum di Silvia Vinci. A mio avviso l’avvocato avrebbe dovuto sottolineare di essere associata allo studio Benazzo durante le audizioni pubbliche. Personalmente ritengo che il criterio utilizzato durante le audizioni sia stata una generale non trasparenza. Non ne faccio una questione tecnica e di competenze, ma politica”.
Nei giorni a seguire, la consigliera di opposizione si è rivolta al segretario generale per alcuni chiarimenti. “Ho ben presente la questione da lei sollevata – scrive il segretario generale – ho richiesto all’Ufficio di Gabinetto del sindaco tutta la documentazione relativa alle nomine. Sarà mia premura, all’esito dell’istruttoria, metterla al corrente delle valutazioni svolte”.
“Non dimentico che le nomine sono avvenute secondo la delibera di Cattaneo – ha commentato Giuseppe Polizzi sul suo profilo Facebook - i consiglieri comunali hanno avuto la possibilità di indicare un nome: questo getta ombre sulla spartizione delle società partecipate. Il M5S insisterà affinché la delibera nomine del 2009 venga modificata. Il Pd ha inspiegabilmente bloccato i lavori della Commissione nomine per quasi due mesi e ancora oggi il presidente Guido Giuliani non accenna a convocarci per procedere alla rapida calendarizzazione della nuova delibera. Non va dimenticata, infine la promessa mancata di Depaoli di nominare un amministratore unico per Asm: per l'ennesima volta il cambiamento targato Pd, tanto sbandierato in campagna elettorale, si è rivelato un bluff. Continuo a sognare una Pavia libera dai partiti e aperta alla società civile. In Asm si è cambiato sui nomi però, diciamolo con franchezza, non si è voluto cambiare sul metodo”.
a cura di Serena Baronchelli