PAVIA. Il Museica Tour, uno spettacolo teatrale coinvolgente.
Creato il 06 dicembre 2014 da Agipapress
PAVIA. Museica
tour: quando un concerto si trasforma in uno spettacolo teatrale. Caparezza, al
secolo Michele Salvemini, assente da tre anni da Pavia, ha stupito i pavesi con
uno show decisamente fuori dagli schemi.
Il concerto dell'artista di Molfetta si è rivelato un ibrido fra musical,
notiziario e lezione di storia dell'arte. Il tutto corredato da una
sorprendente coreografia di cartapesta e dalle tele dipinte dallo stesso Capa,
da lui stesso definite "ciofeche artistiche".
Una voce metallica, che ironizza sull'abuso di Siri, l'aiuto vocale
dell'iPhone, e sui ritardi di Trenitalia, annuncia: "Museica tour sta
per cominciare, siete pregati di allontanarvi dalla riga gialla".
E lo
spettacolo ha inizio.
Caparezza fa
il suo ingresso in scena uscendo all'improvviso da una matrioska gigante che lo
raffigura e intona immediatamente "Avrai ragione tu", pezzo
che gli consente di dare spazio ad una lunga riflessione politica, non aiutata purtroppo
dall'acustica del Palaravizza.
Segue una vera e propria lezione di storia dell'arte che vede Guernica di
Picasso fare la parte del leone e fornire all'artista pugliese il giusto assist
per introdurre "Dalla parte del toro", particolarmente
apprezzata dal pubblico.
Seguono brani tratti dal nuovo album "Giotto beat", “Teste
di Modì”,“Kitaro" e "China Town”. Accanto a questi,
i suoi cavalli di battaglia: "La mia parte intollerante”,
"Non siete Stato voi", "Io vengo dalla luna”, “Abiura
di me” e “Vieni a ballare in Puglia”, "La fine di Gaia"
tutti testi apparentemente semplici ma con forti messaggi sociali. "Sogno
di sognare" ha detto Caparezza a pochi minuti dall'inizio dello show.
E i pavesi,
per qualche ora, hanno sognato con lui.
Non c'è un
attimo di pausa: prima di ogni canzone Salvemini dà vita a uno sketch interpretato
insieme con il fedele Diego Perrone che dal 2002 gli fa da seconda voce.
Uno dei pezzi più apprezzati del concerto è senza dubbio "Mica Van Gogh"
che offre l’opportunità a Caparezza di calarsi nei panni dell'"artista
infelice in quanto artista".
a cura di
Serena Baronchelli
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