PAVIA. Fioriere, ztl e limite di 20 km/h. Il nuovo outfit di corso Carlo Alberto sembra scontentare molti commercianti e altrettanti residenti. Agli occhi dei pavesi si è palesato oggi il nuovo arredo urbano della via che costeggia l'Università degli Studi di Pavia, con tanto di nuova segnaletica orizzontale per i parcheggi destinati a disabili e nuova rastrelliera per biciclette.Ai vasi posati oggi si aggiungeranno, durante il periodo invernale, alcune panchine, che sostituiranno i dehors degli esercizi commerciali. Ciò che però irrita i commercianti è l'ennesimo cambio di mobilità.
Il tratto da via Cairoli al cortile Teresiano dell'Università e quello che congiunge via Scaldasole a strada Nuova potranno essere percorsi dalle auto a 20 km/h, mentre il resto del corso diverrà permanentemente non accessibile ai veicoli. All'imbocco della via saranno disegnati tre stalli destinati al carico-scarico merci, che, al di fuori degli orari previsti, diventeranno parcheggi riservati ai residenti.
"Un nuovo assetto disegnato per far vivere con una socialità differente una delle vie più belle della città" lo ha definito il sindaco Massimo Depaoli su Facebook.
"Una
decisione che mi lascia basito" ha invece commentato Maurizio Daccò,
titolare dell'esercizio Nobi - L'officina della bicicletta. "Non dovrò
sopportare questa situazione a lungo - commenta - dal 1 agosto mi trasferirò in
via Beccaria, dove potrò avere un esercizio di 80 metri quadri in luogo degli
attuali 20. Molti clienti abituali che non abitano nei paraggi non si vedono
casualmente dal settembre scorso. L'affitto che pago ora è davvero alto; la
giustificazione che mi sono più volte sentito ripetere era la classica "ma
ci si può arrivare in macchina!".
Tutto questo mi sembra una colossale
presa in giro. Chiudere totalmente al traffico corso Carlo Alberto è pazzesco:
il lato destro della strada è occupato solo dal muro universitario, è ovvio che
i cittadini non vengono qui per fare una passeggiata".
Della stessa
opinione anche Marco Porcu, direttore della libreria universitaria Clu.
"Siamo all’assurdo, è un vero disastro – si lamenta –. Ogni giorno devo
prendere il carrello, caricarlo di libri e raggiungere corso Cairoli, dove mi
attendono i clienti con la macchina. Abbiamo sempre lavorato grazie alle scuole
e all'università, ma adesso sono rimasti in pochi a rivolgersi a noi, perché
nessuno ha voglia di camminare per oltre 500 metri con pesanti libri sulle
spalle".
di Serena Baronchelli
