”I giocatori si dividono in generali, soldati e m***e: una volta che vengono identificate le m***e, farebbe piacere a tutti poterle sciogliere nell’acido. Purtroppo gli accordi in essere con l’AIC ecc sono molto tutelanti nei confronti dei calciatori”: sono queste le parole che hanno scatenato il putiferio nella giornata di oggi, e che hanno nuovamente riportato il Pavia Calcio agli onori delle cronache, e non per delle questioni meramente sportive.
Delle parole dure, quelle che erano state pronunciate dal dg azzurro Nicola Bignotti nella giornata di lunedì durante la trasmissione di TelePavia ”CasaPavia- Siamo tutti allenatori”, e che quest’oggi si sono improvvisamente diffuse a livello nazionale, generando una ridda di polemiche, con l’AIC a guidare l’immediata stigmatizzazione di queste frasi estrapolate dal lungo discorso del direttore generale del Pavia riguardo alla possibile spaccatura all’interno dello spogliatoio dei lombardi (in seguito alla già nota questione della lettera pro-Imborgia, clicca qui per saperne di più).
Bignotti è noto per i suoi discorsi ”pane al pane, vino al vino”, e nei fatti ha usato un’espressione infelice per esternare l’impossibilità di punire le mele marce dello spogliatoio o quei giocatori che, a suo dire, non starebbero facendo il bene del Pavia, ma quest’oggi il dirigente che nel passato ha lavorato col Lugano, il Genoa e l’Albinoleffe si è comunque sentito in dovere di correggere il tiro attraverso un comunicato diramato sul sito ufficiale della società.
Questo il testo della nota: ”Mi assumo le mie responsabilità per aver pronunciato la frase incriminata. Penso però che per giudicarla nella maniera più corretta sia necessario contestualizzarla e ascoltare il tono con cui l’ho detta. La mia era un’iperbole, una provocazione. Non mi riferivo assolutamente ai miei giocatori e al mio gruppo del quale ho invece grande stima e con il quale coltivo il sogno di conquistare la B. Sono in questo mondo da 20 anni, conosco e ho conosciuto centinaia di calciatori e una cosa del genere mai mi sognerei neppure di pensarla. Chiedo scusa al mio presidente, Mr. Zhu, e alla società tutta”.