Da oggi dunque siamo tutti più indifesi nei confronti degli abusivi e se il quadro della situazione risulta grave per professioni quali l’avvocato, il commercialista o il giornalista, la situazione diventa pericolosa se non drammatica quando entriamo nell’area delle professioni medico sanitarie ed in particolare l’odontoiatria. Un settore, questo, dove l’abusivismo prolifera nonostante gli innumerevoli appelli, le campagne d’informazione rivolte ai cittadini e le proposte di legge che associazioni di categoria quali l’ANDI, hanno sostenuto e nelle cui formulazioni hanno dato il proprio contributo concreto perché le nuove norme diventassero realtà. Anche se a dire il vero, non è banale ricordare che il problema si svuoterebbe della sua pericolosità se la gente per prima smettesse di comportarsi in modo assurdo scegliendo consciamente di andare da un abusivo. Si era fatto un primo passo avanti importante nell’aprile 2014 con l’approvazione del nuovo articolo 348 del Codice Penale con cui si definiva l’aggravio delle sanzioni con la reclusione fino a 2 anni, ed un massimo di 18 anni in caso di decesso della persona, e di 12 anni in caso di lesioni personali mentre la multa era portata ad oltre 51mila euro, cifra valutata più rispondente al giro d’affari realizzati dagli abusivi che per di più sono tutti anche evasori fiscali. Non era tutto ma certo un buon inizio, si era detto allora, in vista di risultati ancora più importanti per la tutela della salute pubblica. Ebbene oggi tutto questo va in soffitta.
L’abusivismo sarà lasciato alla discrezionalità del giudice perché il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva, un nuovo decreto legislativo in tema di “non punibilità per particolare tenuità del fatto a norma dell’articolo 1, comma1, lettera m) della legge 28 aprile 2014 n.67”.
Certo, il Governo sta cercando di giustificare in ogni modo la bontà della propria decisione che va nell’ottica di evitare nuovi ingressi nelle carceri italiane, e di aggirare l’ostacolo con una manovra che però in realtà non garantisce affatto la sicurezza dei cittadini bensì gioca a scaricabarile affidando tutte le scelte e le decisioni in capo al giudice.
Fotogramma da una trasmissione de Le Iene
A lui spetterà decidere se “mettere a rischio la salute pubblica” sia una “offesa tenue” e se la prosecuzione reiterata dell’intervento dell’abusivo, non solo sulla singola persona ma anche su una folta cerchia di clienti, che gli permette per altro di vivere frodando il fisco alleggerendo quelle casse pubbliche che mantengono anche l’attività dei giudici, sia o no “abitualità del comportamento” illegale e tale da produrre una sanzione vera.E’ palese che la scelta del Governo sia ponziopilatesca e che alla fine si dimostrerà del tutto inadatta a tutelare una cosetta di così poco conto come la salute pubblica…!
Verrebbe da pensare che oltre al turismo dentale, all’invasione delle catene di cliniche odontoiatriche interessate solo al fatturato e non alla terapia, ai low cost e all’abusivismo, i dentisti italiani dovranno essere pronti a lottare anche con i giudici per difendere la propria dignità e professionalità dagli abusivi.
Vedendo l’evolversi delle azioni giudiziarie, vedendo i tempi biblici di una giustizia anchilosata e imbalsamata, non si avverte alcuna speranza di un intervento tempestivo e omogeneo nel contrastare in modo netto e deciso il reato di abusivismo, incluso quello odontoiatrico, tale da azzerare i danni di una legislazione troppo permissiva.
Viene da pensare che l’idea mai accantonata da alcuni, di cancellare gli Ordini professionali per contrastare una presunta “casta”, sarebbe l’ultimo atto di follia prima dell’apocalisse sanitaria.
Un’idea ancora più balzana se si pensa che a questo punto, con leggi del genere, resterebbero davvero solo gli Ordini a fornire la garanzia di "professionalità" per i propri iscritti.