PAVIA. Il recente episodio avvenuto a Dorno del decesso di una donna che
viveva da sola rinvenuta solo grazie al costante abbaiare del cagnolino in cerca di aiuto e scoperta nell’alloggio alcuni giorni dopo il decesso (vedi
articolo DORNO (pv).Pensionata trovata cadavere in casa: tragedia della solitudine.), solleva per l’ennesima volta il velo su una storia di solitudine, condizione in
cui si trovano a dover spesso vivere un numero sempre più ampio di anziani; e talvolta
hanno solo modo di affidarsi alla compagnia e alla disponibilità di un animale
di affezione, talvolta la sola compagnia possibile.
Abbiamo quindi raccolto le considerazioni in
proposito, da parte di un importante sociologo, il professor Mario Dossoni in questa
intervista realizzata dalla nostra Gloria Quaglia.
Possiamo
considerare questo episodio come un fatto sociale per cui una condizione di
vita imposta, come quella della solitudine, abbia avuto un potere cosi forte
sull'individuo da portarlo a svanire nella medesima maniera in cui ha vissuto?
C'
è una prima considerazione generale da fare. Nelle nostre comunità, anche
piccole, sono venuti meno i legami sociali, spesso anche le relazioni, che
tengono connesse le persone le une alle altre. Le nostre esperienze di vita non
si svolgono all'interno di cerchie riferimenti ristretti, spazialmente e
culturalmente, ma sono spesso fuori dalle nostre comunità territoriali. L'altro
aspetto è che non tutte le persone fanno esperienze di impegno con gli altri.
La solitudine può essere, perciò, la risultante di legami sociali venuti
meno o del fatto che non si sono coltivati legami con gli altri. In
qualche caso può essere anche una scelta. Nel caso della signora,
probabilmente, venuta meno la sua cerchia familiare, sono venute meno tutte le
sue relazioni. Le era rimasto solo il cane.
Quanto è diffuso
nel nostro territorio questo problema? Vi sono statistiche o studi che possono
darci una risposta?
Il
problema è molto diffuso anche nei piccoli comuni. Le persone tendono a
concentrarsi sulle relazioni di lavoro o in quelle familiari trascurando anche
le piccole relazioni sociali come quelle con i vicini di casa. Se la
signora avesse avuto relazioni dentro la comunità qualcuno avrebbe bussato
prima alla sua porta, indipendentemente dall'abbaiare del cane. C'è anche un
altro fenomeno che interagisce: un falso concetto di privacy per cui gli altri
non debbono occuparsi di noi e noi degli altri. Ci sono studi di carattere
generale ma non sono al corrente di statistiche specifiche.
E' brutto pensare
che, in questo caso, se non fosse stato per il continuo abbaiare del cagnolino,
forse nessuno si sarebbe accorto del suo decesso.
Non
è brutto pensarlo, è un dato di fatto. Nessuno sentiva o ha posto attenzione
alla scomparsa della signora. Con ogni probabilità la signora
socialmente era già "scomparsa" da tempo. Il problema degli anziani
soli, anche per effetto dall'aumento dell'età media, è sempre più diffuso.
Sarebbe necessario che ci fossero delle attenzioni istituzionali maggiori per
tenere sotto controllo il fenomeno. per esempio da parte di associazioni degli
anziani, delle parrocchie, dei servizi sociali. Qualcuno che ogni giorno senta
gli altri.. Senza che questo sia vissuto come un'intrusione. E' necessario
ripensare al fatto che la solitudine si avvita su se stessa e porta ad un distacco
progressivo da tutto. Andrebbe parzialmente socialmente bloccata con un'azione
del singolo e della collettività.
Chi è Mario Dossoni
Ricercatore di sociologia e docente di sociologia dell’ambiente e del territorio alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università
di Pavia, è anche docente di sociologia
e metodologia delle scienze sociali alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Roma 3, sociologia e
sociologia dei processi culturali nelle lauree triennali e specialistiche della
Facoltà di Medicina di Pavia e
sociologia presso il CIM, Corso
Interfacoltà in Comunicazione Interculturale e Multimediale dell’Università di
Pavia. E’ inoltre direttore
dell’ISPES (Istituto per la promozione dello sviluppo economico e sociale).
Collabora con la Bernard van Leer
Foundation e con “Family Resource” coalition of America ed è membro dell’Associazione italiana di
sociologia.
Si occupa
prevalentemente di sociologia applicata (ricerca-azione) nell’ambito dei
processi di trasformazione e
sviluppo dei sistemi locali, della programmazione e progettazione di interventi
sociali ed economici, dell’attivazione di percorsi di cittadinanza per
l’inclusione sociale. Partecipa
a gruppi di ricerca relativamente a: progettazione integrata ed inclusione sociale, organizzazione delle “cittadinanze” nella
progettazione e gestione degli interventi sociali, utilizzo delle risorse informali nel sistemi
locali e Reti informatiche e
sviluppo locale
Attualmente le ricerche in corso sono: “La valorizzazione delle capacità informali per l’inclusione sociale”
e la “Progettazione integrata e percorsi
di cittadinanza”
Tra le sue
pubblicazioni nel 2006, “Logica pubblica e pianificazione
territoriale” e “Risorse comunitarie e
prevenzione”, e-Book, nel 2005
M. Bubbico,F. Caputo,M. Dossoni, “La progettazione di spazi pubblici con gli
adolescenti e le famiglie”, CEAM,
Montescaglioso (MT), 2005 e “Welfare
delle cittadinanze: la carta dei servizi sociali”, Quaderni Ispes,2005.
(Le notizie del CV sono tratte dal sito del Dipartimento di Scienze
Politiche e Sociali dell’Università di Pavia)
Miriam Agili e Gloria Quaglia
Magazine Informazione regionale
PAVIA. Il sociologo Dossoni: “Sono mancati i legami sociali e c’è un falso concetto di privacy.La solitudine si avvita su se stessa”.
Creato il 20 gennaio 2016 da AgipapressI suoi ultimi articoli
-
PAVIA. #iononhopaura. Marcone (LN): "Per Charlie Hebdo piazza Vittoria piena, stasera no ma la Lega c'era".
-
PAVIA. In tangenziale nord, giovedì possibili disagi all'altezza dello svincolo per la Vigentina.
-
PAVIA. Melania Lanave critica la gestione delle risorse da parte della giunta Depaoli.
-
PAVIA. Un minuto di raccoglimento in consiglio per ricordare Romeo Iurilli presidente Confesercenti Pavia scomparso oggi.