Gli orari imposti prevedevano solo 8 ore di apertura. Pochi giorni dopo, la sala Bingo aveva fatto opposizione al Tar Lombardia presentando un esposto contro tale ordinanza, all’interno del quale si sostenevano tesi quanto meno singolari.
I titolari della sala avevano infatti sostenuto che il Movimento No Slot avesse “sempre manifestato esclusivamente un'aprioristica avversione verso il fenomeno del gioco lecito, così finendo per assecondare, ancorché involontariamente, tutte le forme di gioco illegali e irregolari massicciamente presenti”. Il pronunciamento del Tar, come già accaduto per il medesimo tema a Milano, ha ufficialmente respinto il ricorso e si è pronunciato in questi termini: “Rilevato che la sezione si è recentemente pronunciata in fattispecie analoghe a quella in esame, ritenendo legittimo l'operato del sindaco; che i dati riportati nell'ordinanza del sindaco di Pavia, al fine di rappresentare le dimensioni del fenomeno del gioco d'azzardo nel territorio di competenza, evidenziano una situazione sovrapponibile a quella di Milano; ritenuto che nella comparazione dei contrapposti interessi coinvolti il pregiudizio economico lamentato dalla ricorrente pare recessivo rispetto all'interesse pubblico perseguito; posto che l'amministrazione comunale con il provvedimento impugnato è intervenuta a tutela della salute dei cittadini e più in generale del benessere individuale e collettivo della popolazione, il Tribunale Regionale per la Lombardia respinge l'istanza cautelare”.
a cura di Serena Baronchelli