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PAVIA. L’affido esclusivo dei figli al centro di un delicato caso di divorzio.

Creato il 30 ottobre 2015 da Agipapress
PAVIA. L’affido esclusivo dei figli al centro di un delicato caso di divorzio. PAVIA. Due figli minorenni contesi in un’accesa battaglia legale fra due genitori separati. Una situazione piuttosto diffusa oggi e che conferma come l’affidamento dei figli rappresenti uno degli aspetti più delicati e controversi in una causa di divorzio. Il caso in questa occasione, che si verifica nell’area pavese, però ha una particolarità che lo rende “sui generis”; ce ne parla l’avvocato Antonio Savio che segue la vicenda e rappresenta la madre. Nella battaglia legale in corso, infatti, il padre oltre ad aver chiesto e ottenuto la collocazione dei due minori presso la sua abitazione, ne ha chiesto anche l’affidamento esclusivo.

PAVIA. L’affido esclusivo dei figli al centro di un delicato caso di divorzio.

avvocato Antonio Savio

Va ricordato in merito, che il Codice (art.155) stabilisce che sia il giudice a valutare l’affido condiviso da mettere in atto solo dopo aver compiuto alcune verifiche preventive mentre l’affido esclusivo del minore ad un solo genitore viene deciso solo se quello condiviso crea problemi o pregiudizi al minore stesso. In tal caso, spiega l’avvocato, in sede di separazione era stata condotta su disposizione del giudice, una valutazione di idoneità della donna ad esercitare i diritti connessi all’affido condiviso, come ad esempio la partecipazione nelle scelte di vita del figlio come la scelta della scuola o del corso da frequentare. Il risultato supportava la tesi della non idoneità della madre rea di tenere un comportamento troppo libertino senza impartire sufficienti regole di vita al minore. Il figlio maggiore invece, in piena crisi adolescenziale all’epoca dei fatti, manifestava reazioni tipiche dell’età come ad esempio  l’insofferenza nei confronti delle regole e stili di vita imposti dai genitori e un rapporto conflittuale con il padre. E’ ovvio che se l’affidamento fosse di tipo esclusivo, questo impedirebbe al coniuge non affidatario il coinvolgimento nelle decisioni provocando possibili conseguenze sullo sviluppo psicofisico del figlio. “Si tratta di un accertamento insolito e svilente per la madre. L’udienza è fissata per il 19 novembre ma non intendiamo assolutamente accettare l’affidamento esclusivo – sottolinea categorico il legale -. Presumibilmente il giudice, come accaduto in sede di separazione giudiziale, nominerà un esperto in grado di analizzare il rapporto fra genitori e figli e le personalità dei genitori”. “L'affidamento esclusivo – conclude l’avvocato Savio - viene generalmente chiesto apportando argomentazioni oggettive ben più gravi ed evidenti, come l'aver commesso reati gravi o presentare una dipendenza da alcool o droga". 
di Serena Baronchelli

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