PAVIA. Sarà portata al prossimo consiglio comunale la vicenda della donna che ha deciso di ricorrere al tribunale contro il Comune e la Line azienda del trasporto pubblico pavese, nel tentativo di far valere i propri diritti di cittadina disabile che intendeva utilizzare i mezzi pubblici per arrivare e tornare dall’ufficio in cui lavora e per denunciare la sua situazione di vittima dell’incuria e dell’indifferenza di tutti, a partire dall’amministrazione comunale.
A portare la vicenda alla ribalta della
cronaca è stata Micaela Scala responsabile dell’associazione pavese “Ad Maiora”
che dedica la propria attenzione ai problemi legati al tema delle disabilità e a
chi subisce ripercussioni e conseguenze per la carenza cronica di servizi e risposte
destinate ai disabili. Una società in effetti può essere considerata “civile”
quando ritiene i suoi componenti più deboli, soggetti da proteggere e sostenere
e se la disabilità, temporanea o permanente, sia al centro delle attenzioni dell’Ente
pubblico.
A Pavia tutto sembra far credere il contrario
e la vicenda conferma come spesso le risorse già esigue a disposizione dell’amministrazione
comunale e che, quindi potrebbero e dovrebbero essere destinate con oculatezza ad
azioni e a scelte di sollievo per i cittadini più deboli, e disabili in
particolare, siano invece svanite in consulenze e spese per il tribunale. Sì!
perché la donna, Raffaella Zanaletti, 42 anni e con una figlia, ha deciso di
rivolgersi alla giustizia per provare ad avere risposta alle esigenze di vita
quotidiana e per vedere riconosciuto il danno, e diciamo pure la beffa, che le
hanno procurato ulteriori aggravi delle condizioni di salute e problemi sul
lavoro.
Il caso della Zanaletti (nella foto) è stato in questi giorni
al centro dell’attenzione di diversi organi di stampa anche se tutto è nato da
un post pubblicato su Facebook da Micaela Scala nel quale riassumeva il caso di
cui è protagonista Raffaella Zanaletti, commentando che il Comune di Pavia ha
speso “11mila euro per difendersi in tribunale da una cittadina disabile!”;
invece di investirli in qualsiasi iniziativa nell’aiuto a rendere più semplice la
vita già difficile e complessa dei disabili. “E'accaduto un anno fa quando una cittadina si era stancata di
sentirsi presa in giro e aveva raccontato la sua storia alla stampa – scrive la
Scala nel post su Facebook -. Invalida al 75%, affetta da fibromialgia, aveva
spiegato che il suo problema è salire e scendere dall'autobus senza dover chiedere
a qualcuno di prenderla in braccio (mortificante), rimettendosi così alla
generosità del prossimo. La donna aveva già chiesto aiuto alla precedente amministrazione, chiedendo che i marciapiedi
venissero messi a norma per le persone con problemi di deambulazione. La
vecchia giunta aveva preso a cuore il problema ma poi, dopo la sconfitta
elettorale, è passato alla nuova amministrazione che, stando ai racconti della
donna, avrebbe completamente ignorato le sue continue richieste; ricordiamo che
la signora abita in una zona lontana dal centro ed è costretta a prendere
l'autobus ogni mattina per andare a lavoro”. “Così, ha fatto causa al Comune.
L' ente ha ben pensato di utilizzare 11.000 euro, che potevano essere spesi per
altro, per difendersi da una persona disabile a cui avrebbe dovuto prestare
ascolto e assistenza”.La cosa che fa ancora più arrabbiare è notare come, a
distanza di un anno, al danno si sia aggiunta la beffa: è stata, infatti,
ridipinta la segnaletica orizzontale inclusiva dell'omino in carrozzina sul
marciapiede su cuila Zanellato era rimasta
vittima dell’atteggiamento prevaricatorio e non comprensivo delle sue necessità
di disabile e l’urgenza di avere un aiuto a salire e scendere dall’autobus. A
questo intervento di segnaletica orizzontale però non ha fatto seguito alcun
intervento per rendere agevole l’uso del marciapiede e quindi nulla è stato
fatto per mettere il marciapiede in regola con le norme urbanistiche dedicate
all’abbattimento delle barriere
architettoniche cittadine.
“E' gravissimo che nessuno abbia notato che una disabile si
era recata in Comune per chiedere aiuto e sia stata ignorata, visto che la
Zanaletti racconta che un autista del bus cittadino le avrebbe risposto di non
essere in condizione di poterla aiutare a salite e che quindi si spostasse altrove
per prendere il bus successivo. Ovviamente la donna si è sentita presa in giro e
a tal punto di è risentita da decidere di sporgere denuncia – commenta Micaela
Scala -. Non voglio entrare in questioni di natura legale e giuridica ma solo spostare
l’attenzione ad un problema serio e grave che interessa i disabili temporanei o
permanenti, che vivono a Pavia”.In effetti sono 130mila le persone disabili che vivono in
provincia di Pavia con una età media fra i 43 e i 44 anni, e che devono
quotidianamente lottare per poter procedere con il massimo di una vita normale.
“Quello che mi preoccupa – conclude la Scala responsabile dell’associazione Ad
Maiora - è il totale disinteresse dimostrato nei confronti di questa vicenda.
Esistono diversi tipi di disabilità e sarebbe auspicabile sapere
dall'amministrazione se si ricorda di questo fatto increscioso, se intende fare
qualcosa e cosa c'è in bilancio per l'abbattimento delle barriere architettoniche!”
(mpa)
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PAVIA. La vicenda della donna disabile che ha fatto causa al Comune e alla Line, approda al prossimo consiglio comunale.
Creato il 22 novembre 2015 da AgipapressI suoi ultimi articoli
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