PAVIA. I matrimoni
contratti all'estero fra persone dello stesso sesso verranno ufficialmente
trascritti dal Comune di Pavia. La mozione del consigliere M5S Giuseppe Polizzi
è stata ufficialmente accettata ieri sera, durante l'ultima seduta di settembre
del consiglio comunale, contrariamente alla previsione.
Se da un lato Forza
Italia, Lega Nord, NCD e la Lista Civica Pavia con Cattaneo si sono dichiarate
contrarie alla proposta, anche alcuni membri della maggioranza si sono mostrati
palesemente poco convinti.
Una seduta di consiglio all'insegna dell'attesa spasmodica del consigliere Polizzi e del popolo LGBT presente
in sala con bandiere e magliette recanti lo slogan "Alcune persone
sono gay. Fattene una ragione".
Dopo un'iniziale promessa di inversione dell'ordine del giorno, infatti, il
consigliere pentastellato e i suoi sostenitori hanno dovuto attendere per la
discussione, fino a mezzanotte inoltrata, preceduti da una pioggia di
instant question e di interpellanze. La mozione presentata dal consigliere Polizzi, sebbene priva di ogni valore giuridico, è stata considerata dalla comunità LGBT molto importante dal punto di vista del riconoscimento di alcuni diritti fondamentali.
Resta comunque il fatto che le cosiddette "coppie di fatto" continueranno a non avere gli stessi diritti di due persone unite in matrimonio.
Il parere favorevole della giunta Depaoli è riassunto dalle parole dello stesso sindaco: "Dobbiamo riflettere ponendo al centro la persona - ha esordito il sindaco - Esiste una massima che voglio qui ricordare: “non si può vivere in una società felice di persone infelici”. Come sindaco chiederò e pretenderò una risposta al Ministero degli interni: ritengo che la mozione sia condivisibile".
Secco l’intervento dell'ex sindaco Alessandro Cattaneo. "Ci stiamo prendendo in giro. L'atto non ha alcuna valenza giuridica, è soltanto un totem ideologico che non cambierà la vita di nessuno. A differenza della maggioranza, però, noi abbiamo il coraggio di dire che non siamo d'accordo. Voi vi trincerate dietro al "chiederemo al Ministero" per non rendere evidente la vostra spaccatura".
a cura di Serena Baronchelli






