“Sono un'insegnante di Pavia e scrivo per denunciare un'incresciosa situazione, da me per caso conosciuta, relativa al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.Nelle vacanze di Natale con la mia famiglia sono stata a Sorrento da domenica 28 e mercoledì 31/12, con l'intenzione di dedicare almeno due delle quattro giornate alla visita di Napoli (non il lunedì perché ho visto che quasi tutti i Musei della città sono chiusi).
Sala della Meridiana
Tappa fondamentale per noi era comunque il Museo Archeologico Nazionale, famoso nel mondo, che da sempre desideravamo visitare. Poiché sapevamo che, diversamente dagli altri monumenti, questo è chiuso il martedì; alla domenica ci siamo subito diretti là, abbiamo acquistato i biglietti e appena dopo ci è stato detto che alcune Sezioni quel giorno erano chiuse.Con rammarico, ci siamo accorti che era aperto circa il 30% delle Sale e che quasi tutte le più belle non erano visitabili. Un’addetta alla sorveglianza, cui abbiamo chiesto spiegazioni, evidentemente imbarazzata, ci ha detto che quella situazione si crea purtroppo in tutti i giorni festivi, in cui viene impiegato personale in numero ridotto.
Ci ha invitato quindi a riutilizzare lo stesso biglietto tornando il giorno successivo. Abbiamo anche dato un'occhiata agli orari di apertura sul sito del Museo, dove si segnala in effetti che si è nell'impossibilità di garantire nei giorni festivi l'apertura di tutte le Collezioni espositive, in quanto la normativa vigente in materia di lavoro festivo limita a soli 2 turni festivi il numero delle turnazioni per ciascun dipendente.
Riguardo ai giorni feriali, le informazioni sono assai vaghe e comunque non prospettano l'ulteriore chiusura di gran parte della sale. Abbiamo quindi deciso di rivedere i nostri programmi rinunciando ad un'altra meta prevista per il lunedì pomeriggio, e, per non perdere l'occasione, siamo tornati ancora a Napoli solo per il Museo.
Nessun problema a rientrare con il biglietto del giorno precedente ma il disappunto è stato grande quando un cartello ci ha segnalato che qualche sala in più era sì visitabile ma che erano ancora chiuse tantissime sezioni, e soprattutto le più belle!!!
Allego la foto del cartello menzionato. Uscendo piuttosto arrabbiata, ho trovato un gruppo di turisti di diversa provenienza che, furibondi, stavano chiedendo informazioni in biglietteria dove i dipendenti, ancora più imbarazzati della collega del giorno precedente, hanno chiesto scusa e hanno spiegato che tutto dipende dalla gestione del personale del Museo.
Tutta la questione si commenta da sé: si tratta di una assoluta mancanza di rispetto da parte di chi amministra il Museo nei confronti dei visitatori, dei dipendenti e quindi delle persone in generale!
Inoltre è vergognoso che il nostro patrimonio culturale, che tante nazioni a ragione ci invidiano, sia spesso non visitabile a causa di una gestione ottusa e poco responsabile come quella che ci pare di aver tristemente verificato per il Museo di Napoli, dove, tra l'altro, non ci si fa scrupolo, in una situazione precaria, ad esigere comunque l'intero prezzo del biglietto!
Sarebbe auspicabile un ripensamento generale e una consapevolezza maggiore dei disagi creati, oltre che avrei piacere a ricevere una risposta chiara, sincera e non formalmente generica come le informazioni sul sito - Chiara Comini – Pavia”
“Abbiamo dovuto modificare i nostri programmi – commentano i famigliari della professoressa pavese - per cercare di vedere qualcosa; c'erano turisti italiani e spagnoli molto arrabbiati e gli stessi dipendenti erano imbarazzati dalla situazione”.
L'episodio che danneggia ulteriormente l'immagine del turismo culturale italiano è stato segnalato anche al senatore pavese GianMarco Centinaio capogruppo Lega Nord, affinché intervenga per sapere, attraverso un'interrogazione in Aula, le ragioni di questo ulteriore disservizio.