
Oggetto della istant la decisione della giunta di deliberare una indennità onnicomprensiva di 20mila euro destinata al nuovo capo di gabinetto del sindaco. Un’indennità “parametrata a quella dirigenziale come previsto dall’articolo 90 del TUEL comma 3 bis e relativo contratto individuale” specifica Faldini che chiede quindi al sindaco di sapere “i criteri oggettivi sulla base dei quali è stata quantificata la somma in misura siffatta sicuramente al di sopra di quanto avrebbe potuto aspirare il dipendente alla luce del titolo di studio in suo possesso; e se si è proceduto a stipulare un contratto individuale considerato che, nonostante lo scrivente abbia fatto richiesta di accesso agli atti lo scorso 29 febbraio, a tutt’oggi non ha ancora avuto riscontro malgrado il CNLL imponga la forma scritta e in relazione alla sottoscrizione del contratto, preveda sia effettuata in tempo precedente o contestuale all’assunzione, tant’è vero che entro 5 giorni ne deve essere data copia all’interessato, pena conseguenti sanzioni”. In pratica, il nuovo dipendente, entrato in servizio il 1° di marzo, entro il 6 avrebbe dovuto ricevere copia del contratto eppure a distanza di due settimane, stando a quanto risulta all'opposizione che ha fatto richiesta di accesso agli atti per le verifiche, la persona sarebbe ancora senza contratto. E questa è una irregolarità grave per la normativa vigente.

Insomma soldi da aggiungere allo stipendio previsto dal contratto. E in tempi di spending review, la notizia non poteva certo passare inosservata all’opposizione; anche perché se da contratto nazionale, un dipendente di livello C1 prende mediamente 18mila euro l’anno lordi, l’aggiunta di 20mila euro, non si giustifica per questo livello che al massimo può vedersi riconoscere emolumenti annui che si aggirano fra i 2 e i 3 mila euro; al contrario una cifra del tale portata si giustifica per livelli superiori come il D, quello funzionariale.
E allora, le forze di opposizione si sono chieste se non fosse stato meglio per l’amministrazione cercare un capo di gabinetto che, essendo in possesso della laurea, avesse tutti i requisiti richiesti dalla legge per accedere ad un livello superiore, come il D.
Inoltre alcune sentenze della Corte dei Conti indicherebbero che il C1 non è un inquadramento idoneo e corretto per la figura di un capo di gabinetto. Il livello C è infatti quello di un impiegato di concetto con compiti e mansioni diverse, mentre per un capo di gabinetto il livello idoneo, ancora una volta, è il D quello di un funzionario, per intenderci. Ad alzare ulteriormente l’asticella delle critiche, si è aggiunta la considerazione che esistono già dipendenti di livello D che potrebbero ricoprire il ruolo di capo di gabinetto del sindaco in Comune e che dunque, appare superfluo crearne un altro, e per di più in assenza di requisiti di piena idoneità. In pratica, Faldini commenta che l’opinione che ci si fa guardando come è stata condotta questa vicenda, è il tentativo da parte dell’amministrazione di aggirare i paletti previsti dalla legge con un escamotage che però è stato già sanzionato dalla Corte dei Conti. Un rischio pesante per l'amministrazione pavese. D'altronde l’esempio di Rimini, del 2014 dovrebbe far riflettere; la Corte dei Conti giudicò troppo elevato il compenso dato al capo di gabinetto inquadrato come C e impose al sindaco e agli assessori di pagare il conto risarcendo il danno erariale provocato alle casse del Comune. http://www.corriereromagna.it/news/rimini/8953/Capo-di-gabinetto-senza-laurea-.html (mpa)