PAVIA.
Questa mattina è stata posizionata dal Comune la nuova segnaletica in via
Milazzo, seguita poi da nuovi stalli per la sosta con permesso a pagamento, le
strisce gialle; l’area che viene interessata dall’opera del Comune, è il tratto
fra il civico 145 e il 175.
Così
i residenti hanno subito inviato in redazione una segnalazione accompagnata da
una serie di scatti grazie all’allerta che stanno vivendo nei confronti delle
azioni decise unilateralmente dal Comune su questa che è diventata ormai la via
più chiacchierata della città.
Nelle
immagini che pubblichiamo, la conferma dell’azione che modificherà
ulteriormente una parte della viabilità con l’introduzione di stalli che, a
causa del loro posizionamento, determinano una ulteriore modifica alla
viabilità nella parte di via Milazzo ancora a doppio senso di marcia, posta
dopo l’incrocio fra via Trinchera e via Milazzo.
E
così mentre la prima parte di via Milazzo è da tempo a senso unico, la seconda
parte continua ad essere a doppio senso di marcia ma da oggi con una difficoltà
in più.
Questa
cosa, come prevedibile, ha sollevato ulteriori commenti e proteste.
“Come
mai metà strada è resa difficile da percorrere per un senso unico alternato e il
resto invece é a senso unico? Con che logica si procede? Guardiamo le misure
della strada e riflettiamo se al posto del senso unico e di quello alternato non
ci doveva essere invece solo un po’ di “buon senso” – si chiede Micaela Monti
che è un fiume in piena -. Mettere quei parcheggi in quel punto è proprio voler
creare altri problemi a chi abita in questa via. Non bastava spostarli un po’
oltre dove la strada è più ampia ed evitare difficoltà che non esistevano fino
ad oggi? Si cerca in tutti i modi di infastidire il cittadino che abita o che
arriva in via Milazzo; il Borgo deve proprio dare fastidio a qualcuno. Che
prendano le misure come abbiamo fatto noi e poi vedano se certe scelte hanno
una logica o no!"
Ebbene
solo qualche misura, di quelle prese dalla Monti: dopo le parte d’accesso al
borgo via Milazzo è larga 3,15 metri; al civico 59 però la strada è già molto
più ampia arrivando a 5,70 metri di larghezza; all’altezza di Rosso Pomodoro è larga 4,75 metri e per il tratto finale varia fino a scendere ad un
minimo di 4,60. Gli stalli, che sono 8 e misurano 5 metri di lunghezza e 2 di
larghezza tolgono così circa la metà dell’ampiezza della strada che si riduce a circa 2,75 per un tratto di 40 metri, pari alla lunghezza complessiva di
tutti gli 8 stalli previsti. Da qui la impossibilità di transitare in doppio
senso di marcia e la decisione del senso unico alternato.
La
domanda che si pongono molti dei residenti è dunque, perché non posizionare gli
stalli in un punto più ampio di questa via ed evitare ulteriori disagi a chi è già
obbligato a convivere con altri problemi come il cedimento della strada, che
non si risolve con l’imposizione di un senso unico più o meno alternato, e con
il rischio alluvione che ogni anno colpisce questa parte della città? La
difficoltà di transito diventa veramente un tormento gratuito e inutilmente imposto
e quindi rifiutato dai residenti che, infatti, continuano imperterriti a
protestare; e lo faranno, fino a quando l’amministrazione non si deciderà ad
ascoltarli e mettere in atto le loro richieste che poi sono davvero irrisorie:
riportare la situazione a come era prima che iniziasse questa infausta sperimentazione
che ormai, con gli investimenti fatti e le prese di posizione assunte dalla maggioranza,
si preannuncia diventare realtà consolidata.
“Non
c’è logica- commenta ancora la Monti - via Milazzo, bindella alla mano, dopo la
porta d’accesso è larga 3,15 metri ma diventa ancora più ampia subito dopo, arrivando
al civico 59 a misurare 5,70 metri. Ebbene dove è più larga e ci si passa
comodamente in due oltre ai pedoni, si è deciso il senso unico; nella seconda
parte di via Milazzo si è fatto in modo invece di imporre un senso unico
alternato per poter posizionare parcheggi inutili, perché non si risolve il
problema sosta con 8 posti messi in quel punto. Ci chiediamo con quale criterio
in Comune si parla e si decide sulla pelle dei cittadini. E poi c’è chi
vorrebbe metterci al silenzio e sentirci dire che va tutto bene? I borghigiani
non molleranno mai perché questo modo di procedere non è democrazia, è dittatura”.
L’avevano scritto sullo striscione il giorno dopo l’ultimo consiglio “I borghigiani fanno paura” e non intendono abbandonare la partita per restituire vitalità alla loro via. Al loro mondo. (mpa)
