Il momento della premiazione
PAVIA. Ginnastica ritmica e artistica “a modo mio”. Prendendo a prestito lo slogan che dà il nome al corso di ginnastica base della Ginnastica Pavese riservato agli atleti diversamente abili, il palcoscenico di Para Sport Exhibition al Pala Ravizza ha visto protagonisti giovani atleti della Fisdir (Federazione Italiana Disabilità Mentali, Intellettive e Relazionali), sette ragazze e un ragazzo che si sono esibiti in esercizi di ginnastica ritmica e artistica in un susseguirsi di emozioni che hanno catturato il pubblico.Sono giovani, dagli 8 ai 40 anni, tesserati in società sportive di ginnastica e fanno competizioni a livello nazionale ed internazionale. Ad accompagnarli a Pavia per l'esibizione nell’ambito della sezione para sport exhibition, c'era la responsabile della Fisdir, Virna Duca, istruttore federale di ginnastica ritmica, responsabile nazionale e internazionale. “Questi atleti che provengono da diverse società italiane, sono ragazzi con disabilità mentali, la maggior parte hanno la sindrome di down, ma abbiamo anche borderline e autistici. Lo sport li aiuta a socializzare e a mettersi alla prova in gare in cui le regole sono le stesse delle competizioni agonistiche, ma con minori difficoltà. Si impegnano molto, fanno due allenamenti la settimana con istruttori qualificati che arrivano dal settore agonistico di ginnastica ritmica e artistica e che hanno esperienze con ragazzi disabili, i maschi nella ginnastica artistica sono pochi rispetto alle ragazze che competono sia nell'artistica che nella ritmica”.
“Stiamo lavorando alla preparazione dei campionati del mondo che si terranno a Mortara nel novembre 2015 – conclude Virna Duca – l'obiettivo è di arrivare alle para olimpiadi che oggi sono riservate solo ai disabili fisici”. Mentre la ginnastica pavese pensa con “a modo mio” di ampliare la sezione dedicata ai disabili, negli uffici della Fisdir si guarda al futuro prossimo sognando il Brasile e le para olimpiadi e si lavora per i campionati del mondo del 2015 in programma a Mortara.
a cura di Federica Bosco