"Ci rendiamo conto che non è possibile chiudere i campi Sinti dall'oggi al domani - ha commentato - ma intendiamo intavolare un ragionamento che è stato per anni vittima di un pregiudizio. Il campo nomadi non esiste per gli stanziali e i Sinti sono cittadini pavesi, che hanno diritto all'integrazione e a non vivere in un ghetto. Questi campi, secondo il MoVimento 5 Stelle, sono dispositivi del potere, bacini di voto, luoghi di abbandono scolastico. Chiediamo di iniziare da oggi un percorso di integrazione volto al superamento dei campi Sinti".
Nel suo intervento, Polizzi ha posto alcuni interrogativi alla giunta Depaoli, legati in particolare all'esistenza di un censimento dei campi Sinti a Pavia, alle azioni di vigilanza intraprese all'interno del campo e alla frequenza scolastica dei giovani che vi risiedono.
"Esiste un censimento dei campi - ha replicato l'assessore alle politiche sociali Alice Moggi - l'ultimo risale all'8 maggio 2012. I Sinti presenti stabilmente a Pavia, a fronte di una popolazione cittadina di 71mila abitanti, sono oggi 450 e costituiscono una delle più ampie comunità sedentarizzate del Nord Italia, con un trend di crescita rilevante. Sono tutti cittadini italiani, quasi tutti residenti nel comune di Pavia. Le azioni di vigilanza sono affidate al comando di Polizia Locale che verifica le presenze regolari all'interno dei campi stessi per motivi di sicurezza e di igiene pubblica".
I dati sulla frequenza scolastica sono allarmanti: nella fascia d'età fra i 3 e i 5 anni, 25 bambini frequentano la scuola materna; il 100% dei bimbi fra i 6 e gli 11 anni frequenta il regolare corso di studi (il 70% fra gli 11 e i 14 anni).
Solo il 20% degli adolescenti Sinti, però, si è iscritto alla scuola superiore o a un corso di formazione professionale, con un raggiungimento del successo formativo del 10%.
Ma il dibattito non è finito qui. "Siete a conoscenza del fatto che, in caso di forti piogge, l'accampamento di via Bramante si allaga e mette in pericolo chi ci vive? Si può prospettare la chiusura del campo per inagibilità?" ha chiesto ancora Polizzi. "Ne siamo a conoscenza - ha prontamente risposto la Moggi - purtroppo in tutti gli insediamenti le condizioni igieniche e le dotazioni di sicurezza sono critiche".
I lavori, assicura la maggioranza, sono stati recentemente assegnati e verranno presto eseguiti. Un vero e proprio piano d'azione ancora non esiste, ma la giunta Depaoli sembra motivata a progettarne uno.
"Già da parecchi anni le diverse amministrazioni comunali, sulla base di studi effettuati in collaborazione con l'università degli Studi di Pavia e con la Prefettura, ipotizzano nuove forme di insediamento e di riorganizzazione degli spazi - ha sottolineato la Moggi - in modo tale da agevolare percorsi di sicurezza e di integrazione sociale. Tuttavia i progetti più ambiziosi non hanno trovato adeguati finanziamenti dalla Regione Lombardia e dall'Unione Europea. Il tema va sicuramente affrontato, attraverso un percorso di condivisione e confronto con gli stessi abitanti dei campi, definendo anche patti di collaborazione che, necessariamente, non possono essere unilaterali".
a cura di Serena Baronchelli