PAVIA. Emergenza case a Pavia: la soluzione potrebbe trovarsi
in una convenzione fra Comune e Associazioni. La proposta arriva dalla
vicepresidente del consiglio comunale Melania Lanave (FI), che ipotizza una
comunione di intenti fra Uppi, Sunia e Aler per destinare alloggi sfitti alle
famiglie pavesi in emergenza economica.
La proposta della consigliera è piuttosto semplice: una
convenzione fra Comune e associazioni legate alla realtà abitativa, in modo
tale da diminuire il numero di alloggi sfitti presenti in città e garantire al
contempo un tetto sulla testa alle famiglie in difficoltà. L'idea ricalca in
parte una convenzione posta in essere qualche anno fa fra Edisu e Uppi
finalizzata al reperimento di alloggi per gli studenti universitari. Una
proposta di possibile attuazione, in effetti e con un precedente dato dal Comune
di Venezia che, attraverso una convenzione con le sigle sindacali, ha reperito
alcune abitazioni libere sul mercato da destinare alle famiglie che versano in
situazioni di disagio.
E d’altronde di emergenza in effetti, si deve parlare; i
dati parlano chiaro: sono 1.027 i provvedimenti di sfratto emessi lo scorso
anno. 80 le famiglie a rischio sfratto nelle prossime settimane. A seguito del consiglio comunale sull'emergenza abitativa a Pavia, però nessuna soluzione sembra profilarsi all'orizzonte. Sono 800 gli aventi diritto a una casa popolare, a fronte di 100 edifici che saranno consegnati entro la prima metà del 2016.
"Sono moltissime secondo l'amministrazione Depaoli - polemizza Melania Lanave - ma siamo di fronte a un'emergenza senza precedenti. La giunta non ha idea di come procedere per risolvere il problema. Le difficoltà si combattono attraverso proposte attuabili: la gente ha bisogno di risposte". "E allora perché non possiamo fare la stessa cosa fatta a Venezia? - si interroga la vicepresidente del consiglio comunale -. La somma necessaria può essere stanziata a bilancio facilmente. La maggioranza non può trincerarsi dietro l'assenza di soldi. Già lo scorso anno avevo proposto di destinare al sociale 400mila euro stanziati a bilancio per i minori stranieri non accompagnati ma l'ipotesi non è stata minimamente presa in considerazione. La volontà politica di risolvere il problema non c'è". Serena Baronchelli
