PAVIA. Vincenzo Foppa e la Pala Bottigella protagonista del prossimo “Uno:Uno. A tu per tu con l’opera”
Creato il 18 novembre 2014 da Agipapress
PAVIA. Protagonista del prossimo appuntamento di “Uno:Uno.
A tu per tu con l’opera” iniziativa organizzata dai Musei Civici del Castello
Visconteo, Settore Cultura del Comune di Pavia in collaborazione con l’Associazione
Amici dei Musei Pavesi, è la Pala Bottigella di Vincenzo Foppa che chiude il
primo ciclo di questo progetto culturale.
La presentazione del dipinto, che rappresenta uno dei
capolavori della Pinacoteca Malaspina di Pavia di recente restaurato, sarà
curata da Caterina Zaira Laskaris e si terrà domenica 23 novembre alle ore
16,30 nei Musei Civici del Castello (ingresso libero).
“I nostri Musei sono
ricchi di arte, di storia e di opere di straordinario valore, a volte non
sufficientemente conosciute anche nella nostra stessa città – dichiara l’assessore
alla cultura Giacomo Galazzo –.Questa
bella iniziativa apre le porte dei musei e lo fa in un modo nuovo e originale,
tentando di invogliare il visitatore a tornare periodicamente a visitarli
proprio perché luogo di esperienze artistiche sempre nuove e stimolanti”.
La Pala
Bottigella sarà affiancata fino al
21 dicembre 2014 da un video focus che consentirà di approfondirne
l'iconografia, la storia dei
committenti, la provenienza, privilegiando il contatto diretto con
l'opera e una fruizione “slow”.
L’opera.
Pala Bottigella “Madonna col
Bambino in trono e i santi Matteo, Giovanni Battista, Stefano, Girolamo; i
beati Fra Domenico da Catalogna e Sibillina de’ Biscossi; i committenti Giovan
Matteo Bottigella e Bianca Visconti”- Tempera su tavola, 176 x 122 cm.
Il dipinto fu realizzato per volere di Giovan Matteo
Bottigella e destinato all’altare della cappella gentilizia della famiglia
Bottigella nella chiesa del convento domenicano di San Tommaso a Pavia, dove si
conservava il corpo miracolosamente intatto della beata Sibillina de’ Biscossi.
Nel 1786, soppresso il convento, il dipinto e tutti i
beni mobili vennero ritirati dall’erede Baldassarre Bottigella. Nel 1887, gli
ultimi eredi della famiglia, Siro e Luigi Vico, donarono la pala alla Civica
Scuola di Pittura di Pavia che la cederà al Museo Civico di Storia Patria in
occasione di una permuta tra dipinti antichi e moderni delle due istituzioni.
La tavola raffigura la Madonna in trono col Bambino che
volge le braccia verso il committente Giovan Matteo Bottigella, inginocchiato, con
una preziosa veste damascata dalla quale spuntano appena le mani a reggere il
copricapo. Alle spalle del Bottigella, in atto di presentarlo alla Madonna, appaiono
il beato Domenico di Catalogna fondatore del nuovo Ospedale San Matteo di Pavia
e morto tra il 1477 e il 1478, san Matteo e san Giovanni Battista.
Sul lato opposto, presentata dalla beata Sibillina, da
san Gerolamo e da santo Stefano troviamo la moglie del Bottigella, Bianca
Visconti, raffigurata di profilo e a mani giunte, con il capo coperto di un
velo bianco che ricade morbidamente su una spalla, sopra la veste scura. La
scena è inserita all’interno di un ambiente che si ricollega a un’impronta
bramantesca, coperto da una volta a crociera dipinta a cielo stellato.
L'opera riveste un ruolo di
capitale importanza nel panorama della pittura lombarda rinascimentale, dal
momento che costituisce uno dei primi esempi in area regionale di una grande
pala a superficie unica, nella quale i personaggi sono raggruppati in uno
spazio reso unitario dall’uso della prospettiva, anziché divisi in scomparti,
come succedeva nei polittici tardogotici.
La Pala Bottigella dimostra inoltre l’abilità di Vincenzo Foppa di
rendere in modi naturali le figure, come risulta dalla vivacità con cui il Bambino si sporge
dal grembo materno per giocare con il copricapo nelle mani del committente.
L’autografia di Foppa per la Pala Bottigella è
unanimemente riconosciuta, mentre rimane ancora in discussione la questione
della datazione dell’opera. Entro il 1486-1487 comunque l’opera era terminata,
come conferma un atto notarile del 26 maggio 1487 in cui Filippo Bottigella – il
padre Giovan Matteo Bottigella era morto da sette mesi - dichiara di pagare la
doratura e la pittura della cornice-reliquiario.
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