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PAVIA.700 firme raccolte da Ascom contro la Ztl di corso Carlo Alberto. Guatelli: "Questi assessori non han capito proprio niente".

Creato il 11 settembre 2014 da Agipapress

Gian Pietro Guatelli direttore ASCOM Pavia

PAVIA. Ztl: 700 firme per dire no. Ascom si schiera nettamente contro la pedonalizzazione di corso Carlo Alberto, provvedimento ritenuto necessario dalla giunta Depaoli ed esecutivo da ieri.  La raccolta firme ha preso il via da oltre un mese, non appena l’Associazione ha avuto notizia dell’imminente allargamento della ztl. Ai commercianti di corso Carlo Alberto si sono in seguito aggiunti anche alcuni esercenti di piazza Cavagneria, spontaneamente avvicinatisi all’iniziativa.  “Venerdì sera dovremmo finalmente riuscire a mostrare le firme al sindaco – esordisce speranzoso il direttore Gian Pietro Guatelli –; è da oltre un mese che attendiamo questo momento. Ci è stato detto che Depaoli, l’assessore al Commercio e l’assessore alla Viabilità avrebbero dovuto conciliare gli impegni: forse non ci riescono ma la situazione mi sembra kafkiana”.  Eppure Davide Lazzari sembra assolutamente certo che, sul lungo periodo, il suo provvedimento soddisferà i cittadini. “In Lomellina dicono “vurì murì brav’om par forsa” – ironizza Guatelli - Non è che io sia molto contento di morire ma prima o poi deve accadere. Anche la pedonalizzazione di corso Garibaldi doveva rendere felici i cittadini ma quanti negozi hanno chiuso in quella parte della città? Un amministratore che si bea del fatto che McDonald’s e Coldiretti hanno finalmente lasciato il centro e che anche l’abbandono di Aci non sarebbe un problema, fa tremare i polsi”.  Forse, ma si tratterebbe di un sacrificio per salvaguardare quella visione di Pavia come “moderna sala da the a cielo aperto” tanto decantata da Lazzari. “Sarà una sala da the poco frequentata – prosegue pungente il direttore Ascom - se questi amministratori intendono per città viva l’allontanamento delle attività commerciali e i servizi, non hanno capito proprio niente: è l’ennesima “lazzarata”. Le loro mosse sono piene di contraddizioni: programmano decine di eventi in 24 ore, la gente invade Pavia e non ha possibilità di parcheggiare. Prima si chiude corso Carlo Alberto, poi si istituisce un osservatorio per trovare una soluzione. Forse sarebbe stato più opportuno fare il contrario”.
L’impressione è che si sia cercato affannosamente un rimedio prima di individuare la causa. 
“Prima delle ferie ho chiesto a Lazzari di avere accesso alle carte che documentano i passaggi in corso Carlo Alberto – ricorda Guatelli – ma credo che non ci verranno mai rilasciate. Dopo il terzo segreto di Fatima, in ordine di segretezza, si colloca lo studio di Lazzari. Il problema sono i residenti? Continueranno a passare. Sono i dipendenti dell’Università? Questa situazione sembra destinata a proseguire fino all’individuazione di un’alternativa, a differenza di quanto accaduto con i parcheggi blu, eliminati senza esitazione. Due pesi e due misure: non si ragiona così con la città”.  La voce di Ascom dovrebbe essere tenuta in considerazione dall’amministrazione comunale anche in virtù dell’elevato numero di imprese rappresentate: 7000 in provincia di Pavia, 3000 solo in città.  “Il commercio non è fatto solo di bar – rincara la dose il direttore dell’Associazione - Mi sembra di essere tornato negli anni 70 in cui Pavia si è deindustrializzata e si è visto il risultato”. 
Il rischio che Pavia corre è quella di trasformarsi nel triste scenario di un cannibalismo imprenditoriale basato su bar destinati a sopravvivere solo un paio d’anni. Ascom desidera mettere il suo know how a disposizione dell’amministrazione ed esternare i suoi timori.  “Non so che idea di città abbia questa amministrazione ma è molto lontana dalla nostra – afferma perentorio Guatelli - I parcheggi per i residenti spostati sul lungo Ticino hanno creato un enorme disagio soprattutto alla vigilia della Notte Bianca. Chiedere a una donna di parcheggiare una sera di novembre con la nebbia, all’Asl o in viale Oberdan è improponibile. Il commercio non è solo clienti, ma anche lavoratori. Le decine di commesse e di baristi che perdono il posto di lavoro anche per queste decisioni non contano niente?”.  “Il medico che fino a ieri andava a bere il caffè in corso Carlo Alberto da domani andrà da un’altra parte – prosegue - esattamente come i soci dell’Aci. Se questo per Lazzari va bene, va bene anche per noi ma era veramente necessario prendere questo provvedimento nei primi 60 giorni di mandato?”.  Nel mirino di Ascom anche l’assessore al Commercio Angela Gregorini. “Non abbiamo letto una sua dichiarazione – si lamenta Guatelli - Silenzio assoluto”.
Resta la sensazione che la fretta sia cattiva consigliera. “Forse ne andava della vita della città – chiude il direttore Ascom, ancora una volta ironico -, un intervento da 118 di questa portata deve essere giustificato da un male grave. Eppure in genere, prima di operare, bisognerebbe fare una lastra, altrimenti si rischia, come in questo caso, di tagliare la gamba sbagliata”.

a cura di Serena Baronchelli

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